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Quelle reti wifi che scherzano su Covid-19 e 5G, tra paure e complottismi

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Articolo di Simone Cosimi, La Repubblica

Sui social spuntano foto di reti wireless ribattezzate sulla scia dei complottismi. Una provocazione contro la convinzione che le antenne per lo standard cellulare di nuova generazione favoriscano la diffusione del coronavirus

Al primo impatto, come è capitato a un nostro lettore, può fare impressione. Ritrovarsi nel “range” di casa propria non una ma due connessioni wifi disponibili e battezzate in modo da cavalcare una delle bufale più incredibili circolate intorno alla pandemia da Sars-CoV2: quella che associa il virus cinese alla diffusione delle antenne per il 5G, il nuovo, velocissimo standard di telefonia cellulare in fase di implementazione in tutto il mondo

Così, mentre si lavora o ci si sta per concedere l’ennesimo episodio di una serie tv, accade magari di ricevere l’invito automatico a connettersi a una rete intitolata niente meno che “5G_Antenna_TEST_COVID_19_1” (nel caso del lettore rinforzata dalla gemella “5G_Antenna_TEST_COVID_19_2”). Due etichette che sfruttano una modalità piuttosto diffusa di, chiamiamola così, capillare ironia distribuita. Forse a qualcuno è capitato in aereo, quando qualche simpaticone rinomina la propria connessione con nomignoli catastrofisti e attiva l’hotspot dello smartphone in modo da poter essere con buona probabilità pescato dai vicini di poltrona. Fra l’altro, alla partenza o all’arrivo, costantemente risucchiati dai propri telefoni.

Insomma, i nomi strani, provocatori o irrispettosi delle reti wireless sono un esercizio noto da sempre e che in qualche modo ricorda gli easter egg, quei contenuti bizzarri, grotteschi o semplicemente divertenti che di solito i programmatori nascondono nel proprio software. Una pratica che per estensione tocca ogni sorpresa più o meno difficile da scoprire distribuita all’interno di contenuti popolari come serie o film. Ma in questo caso non c’è poi troppo da faticare.

Basta scorrere l’elenco delle connessioni wifi disponibili in un certo posto per, magari, farsi due risate. C’è chi usa solo emoji – e non delle più eleganti –, chi punta sull’horror-thriller (“Sono nascosto sotto al letto”), altri che sfruttano il wifi per comunicare ai vicini i loro peggiori difetti o sganciare magari messaggi fintamente intimidatori tipo “Non si scrocca”. E via a rinominare, non c’è limite se non lo spazio disponibile.

Complottismi, 5G e coronavirus
In rete si trovano forum e raccolte dei nomi più curiosi, e spesso triviali, affibbiati alle reti senza fili. D’altronde ormai in un qualsiasi appartamento di una grande città se ne possono individuare anche decine, senza contare quelle generate dai gadget connessi. In questo caso – e in generale in questo periodo – c’è però un passaggio ulteriore e a suo modo geniale (anche se forse per alcuni di cattivo gusto). Nel senso che all’ironia di un nome inconsueto o divertente si tenta appunto di saldare la teoria cospirazionista del 5G legato al Covid-19.

Frotte di burloni stanno infatti modificando i nomi delle proprie connessioni wifi in stringhe come “ANTENNA_TEST_5G”, “Test_Antenna_5G”, “5G Alta_Potenza – Human Test”. E ancora, spingendosi nella fantasia più spietata, si contano vari “Penetrator 5G”, “Test 5G Covid su popolo”, “5G Tower Test 200% Power”, in lingue e Paesi diversi, e così via. Certe volte arricchendo appunto il nome della rete wireless di suggestioni e inquietudini da maxiesperimento mortale. Il tutto tenendo magari anche il nome dell’operatore che fornisce la connessione. Ne abbiamo visionate e ricevute diverse e molte se ne trovano su profili pubblici di Facebook e Twitter. Si tratta di provocazioni di chi, ovviamente, a quella bufala non ci crede neanche un po’ e prova a stuzzicare le più profonde irrazionalità e ingiustificate paure di qualche vicino credulone. Organizzando scherzetti ai danni di complottisti e dietrologi di professione individuati magari nel corso dell’ultima riunione di condominio.

La cornice generale della burla è dunque l’opposizione al passaggio alla nuova generazione cellulare che in realtà sarà molto meno invasiva rispetto a quella attuale, più raffinata e meno energivora. Quella più specifica, invece, è il suo (inesistente) rapporto con la pandemia che ha bloccato il mondo. La strampalata teoria sostiene infatti che il 5G aiuterebbe la diffusione del virus in due modi. Primo: abbassando le nostre difese immunitarie, rendendoci dunque più vulnerabili. Secondo, ed è oggettivamente la versione più gustosa, distribuendolo direttamente. Ben oltre ogni immaginazione fantascientifica e che, nel caso, costituirebbe una rivoluzione assoluta, quella di un virus “sparato” tramite radiazione elettromagnetica.

Ovviamente sono follie senza senso, perché le onde radio hanno sì un influsso sulla nostra fisiologia ma a potenze che siamo in grado di sopportare e sotto rigidi limiti di esposizione e valori di attenzione, molto bassi e stringenti, per giunta in Italia ben più che in altri contesti europei. Nel secondo caso siamo invece dalle parti di una sceneggiatura hollywoodiana. Ma di quelle da Oscar, ambientate in qualche “galassia lontana lontana”.

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