Cresce la spesa per i sistemi IIoT con il mercato smart factory vivace anche in Italia per i prossimi cinque anni, in particolare nel comparto smart transport and logistics. 5G ed edge abilitanti, cybersecurity prioritaria. La fotografia di Reply e Teknowlogy Group
Nella vita di tutti i giorni, le persone hanno già avuto modo di sperimentare, anche se solo in parte, i benefici offerti dalla disponibilità di “prodotti” connessi. L’offerta in questo ambito cresce e la disponibilità di reti 5G continuerà a favorire e velocizzare la raccolta e l’elaborazione dei dati. E’ questo però solo un lato della medaglia.
Infatti, la sfera delle tecnologie Internet of Things impatterà, in modo sensibile, soprattutto il mondo industriale. E, anche se il numero dei dispositivi IoT connessi in ambito consumer è oggi superiore a quello dei dispositivi per l’Industrial IoT (IIoT), è qui che sono attese le più importanti evoluzioni ed una significativa crescita della spesa.
Produzione e distribuzione di prodotti dotati di connettività IoT, ed il ridisegno dei processi di design, consentiranno lo sviluppo di servizi a valore aggiunto e la possibilità di aggiornare e manutenere a distanza elettrodomestici, automobili, robot, device elettronici e di intrattenimento, ma sarà il mercato smart factory a triplicare da qui al 2025, in tutti i Paesi dell’Unione (Italia compresa), con un “sorprendente” incremento della spesa del 130% in particolare per il comparto smart transport & logistics.
Entriamo allora nel dettaglio dei riferimenti offerti dalla ricerca Industrial IoT: A Reality Check di Reply che indaga come cresce l’adozione di IoT nel mercato industriale e le conseguenze evolutive per smart factory, i trasporti e la logistica smart. La ricerca è elaborata sulla base dei dati raccolti con la piattaforma proprietaria Trend Sonar, con il supporto di Teknowlogy Group, nei principali mercati geografici raggruppati in due cluster: Europe-5 (Germania, Italia, Francia, Belgio e Paesi Bassi) e Big-5 (USA, Cina, India, Brasile e Gran Bretagna).
I numeri meritano attenzione perché sarà proprio dalla capacità di creare una rete connessa di macchinari e strumenti (IIoT), che dipenderà la possibilità per il manifatturiero di migliorare la visibilità sulla produzione, sfruttando i dati per ottimizzarla, migliorare il delivery, introdurre manutenzione predittiva, automatizzare la supply chain.
In Europa, il mercato della smart factory crescerà di quasi tre volte, anche in Italia, per un valore di oltre 23 miliardi di euro complessivi per i cinque Paesi. E’ la Germania a guidare la crescita seguita dalla Francia. Con il nostro Paese al terzo posto che passerà da una spesa di 580 milioni di euro del 2020 a 1.547 milioni di euro nel 2025. Il comparto smart transport & logistics nel 2025 varrà 3,6 miliardi di euro complessivi di spesa, e per l’Italia – nonostante un leggero calo tra il 2020 ed il 2019 – si parla, appunto, di una crescita in questi cinque anni del 130% (301 milioni nel 2025), mentre resterà incontrastata la leadership tedesca.
Invece per quanto riguarda il cluster Big-5 il mercato della spesa per le smart factory supererà nel 2025 gli 86 miliardi di euro per gli investimenti di piattaforma, soluzioni predittive e monitoraggio da remoto, e quello per smart transport e la logistica smart circa 15 miliardi.
Edge computing e 5G giocano un ruolo importante nell’assecondare la crescita e lo sviluppo di nuovi servizi, ma la partita relativa alla cybersecurity è mandatoria.
Da una parte la disponibilità di sensori a basso costo, in grado di comunicare attraverso le reti 5G, abiliterà le comunicazioni tra veicoli/robot autonomi, AI, ed efficienza complessiva degli impianti, mentre la possibilità di sfruttare reti private ad alta densità estenderà i progetti IIoT in diversi settori per esempio sfruttando maggiormente la realtà aumentata e virtuale a supporto dei “connected worker”.
Dall’altra parte il problema della cybersecurity non è da sottovalutare.
Riguarda non solo le infrastrutture critiche, ma tutti i progetti anche delle piccole realtà industriali che in uno scenario interconnesso in modo digitale su tutta la supply chain potrebbero costituire uno degli anelli deboli facilmente violabili e per questo di interesse per l’attaccante.
Reply per impedire che questo accada consiglia la progettazione di ambienti micro-segmentati (on-premise e/o basati su cloud), stabili e pronti a reagire a tecnologie/tecniche pericolose tradizionali e nuove, riducendo la probabilità di successo di nuovi tipi di attacchi. Non si tratta di analizzare “solo” l’architettura IIoT, l’infrastruttura di rete e calcolo, ma anche i singoli componenti industriali e di prevedere in anticipo lacune, vulnerabilità e minacce. Un compito che richiede la sensibilizzazione di tutti i dipendenti e programmi di formazione, studio e testing continuo di qualsiasi dispositivo utilizzato.
Articolo a cura della redazione Inno3
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