Con il 5G potrebbe presto diventare possibile eseguire interventi e test complicati come la risonanza anche a distanza
ll mondo intero si sta preparando per l’arrivo della tecnologia e della velocità 5G. Le previsioni sono che nel prossimo futuro l’umanità potrà godere di auto senza conducenti, dispositivi di realtà aumentata più potenti, ordini consegnati dai droni e così via.
Tuttavia, c’è forse un aspetto meno commentato di questa rivoluzione digitale: l’impatto che il 5G avrà sulla medicina. Ogni nuova generazione di reti a banda larga aumenta la capacità di trasmettere dati in tempo reale.
Il 4G di oggi consente alle persone di utilizzare le applicazioni di trasporto o di effettuare videochiamate con più partecipanti. Il 5G aumenta esponenzialmente la quantità di informazioni scambiate al secondo, consentendo di eseguire operazioni molto più complesse a distanza.
Quando parliamo di velocità di trasmissione delle informazioni, facendo un breve confronto, stiamo parlando di un aumento da 10 a 20 volte la velocità sperimentata oggi con la tecnologia 4G.
D’altra parte, ciò significa anche progressi in medicina: ad esempio, i medici saranno in grado di monitorare e controllare a distanza le unità di terapia intensiva, ricevendo in tempo reale i dati vitali del paziente e le immagini video ad alta definizione.
Inoltre, potremmo avere la possibilità di eseguire test complessi, come le risonanze, tramite conduzione da remoto, con trasmissione immediata dei risultati.
Queste procedure non sono possibili oggi perché c’è un ritardo nella trasmissione di dati più pesanti. La rete 5G elimina questo ritardo. Lo scambio di informazioni, file o comandi diventa istantaneo.
La cosiddetta “rivoluzione 5G” è un processo irreversibile. La medicina, come ogni altra cosa nella società, si sta muovendo verso un futuro sempre più informatizzato. La sfida sarà equiparare il principio dell’assistenza umanizzata, che guida il lavoro di ogni buon professionista della salute, a un ambiente ospedaliero sempre più digitale.
Articolo a cura di Francesca Angelica Ereddia, QuotidianPost
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