Articolo di Alberto Ferrante, Mondo Mobile Web
Nella cornice della Milano Digital Week, oggi 19 Marzo 2021, alle ore 14:30, rappresentanti degli operatori Fastweb, Vodafone e TIM si sono incontrati per discutere sui vantaggi del 5G e sulle prospettive per le Smart Cities.
All’evento hanno partecipato Marco Arioli, Head of Network Engineering di Fastweb, Sabrina Baggioni, 5G Program Director di Vodafone e Ivana Borrelli, Responsabile offerta 5G Verticals di TIM, in rappresentanza dei tre operatori.
La discussione, moderata da Giovanni Iozzia di EconomyUp, si è soffermata sull’imminente rivoluzione del 5G, che si trova attualmente a cavallo tra presente e futuro dopo le numerose sperimentazioni degli operatori.
Le caratteristiche tecniche e i vantaggi del 5G
L’introduzione all’evento ha visto i tre ospiti concentrarsi sulle caratteristiche del 5G.
Marco Arioli di Fastweb ha aperto la discussione affermando che quando si parla di 5G non ci si dovrebbe riferire solo a un’evoluzione della rete mobile precedente, ma a un cambiamento radicale, che non solo significa fare meglio di prima, ma fare anche molte più cose con un cambiamento d’approccio radicale.
Le tre caratteristiche brevemente riassunte sono la banda particolarmente elevata (fino a 10 Gbps o 20 Gbps per i dispositivi connessi), la possibilità di connettere dispositivi di tipologie e caratteristiche tecniche molto diverse (sensori, strumenti di controllo, dispositivi di monitoraggio) con densità elevata fino a diversi milioni di device per chilometro quadrato e infine la ben nota latenza bassissima, nell’ordine di pochi millisecondi.
A queste caratteristiche, si aggiunge lo slicing, la possibilità cioè di “affettare” la rete, come evidenzia Arioli, per configurare connessioni di qualità per ogni tipologia di servizio e di richiesta dell’utente.
Sabrina Baggioni di Vodafone ha invece evidenziato come tutte le caratteristiche sopra descritte si debbano coniugare con la capacità di mettere insieme le diverse competenze (anche in settori non adiacenti) per scoprire nel 5G il filo conduttore necessario per creare nuovi modi di lavorare, nuovi servizi e soprattutto per fornire strumenti atti a semplificare, snellire e rendere più modulari e più efficaci diversi servizi per rispondere meglio alle esigenze del singolo.
Tramite la riunione di competenze diverse e la capacità di convertire gli stimoli in servizi utili per la società, secondo quanto riportato da diversi studi come IHS Markit, grazie al 5G potrebbero nascere oltre 22 milioni di nuovi posti di lavoro in grado di sfruttare le competenze emergenti.
Ivana Borrelli di TIM ha chiuso il contributo d’introduzione parlando dei vari ambiti di applicazione possibili per il 5G e ricordando come la nuova tecnologia sia in grado non solo di connettere individui ma anche oggetti tra loro, fungendo da “piattaforma abilitante” per la creazione di ecosistemi complessi basati sui dati, al servizio di imprese e cittadini.
Ad esempio, ricorda Borrelli, in ambito manifatturiero e industriale la bassa latenza potrà gestire il controllo di un braccio robotico o i sistemi di manutenzione e sicurezza di un intero distretto industriale.
A che punto sono gli operatori con lo sviluppo del 5G?
Il secondo argomento trattato riguarda gli sforzi dei singoli operatori per rendere il 5G disponibile nel Paese, compiendo così il salto da tecnologia del futuro a tecnologia del presente.
Iniziando con TIM, la pianificazione si sta concentrando sia nelle aree urbane che nei distretti importanti. Secondo Borrelli di TIM, però, è fondamentale comprendere che non ci si può muovere solo sul piano della numerosità della popolazione, perché gli sviluppi pratici del 5G potranno sostenere anche le imprese e diversi settori apparentemente lontani, come l’agricoltura.
Il tema da affrontare è dunque quello di abilitare la piattaforma 5G dove serve, dunque sicuramente nelle città, ma anche nei distretti industriali e nelle destinazioni turistiche. Lo scopo di TIM è comunque quello di garantire una copertura nazionale entro il 2025.
Marco Arioli di Fastweb, invece, evidenzia che anche la sua azienda sta lavorando su diverse dimensioni per soddisfare le esigenze del paese. Da una parte, c’è un piano di copertura nazionale sempre entro il 2025 o “nell’arco dei prossimi 4/5 anni” e dall’altra Fastweb ha anche lanciato un progetto di copertura di 12 milioni di famiglie e imprese nelle aree grigie e bianche tramite la sua UltraFWA.
Sabrina Baggioni di Vodafone ha invece affermato che i lavori di Vodafone continuano ancora per coprire 100 città e aree turistiche o piccole città con la tecnologia 5G fissa o mobile. Oltre alla copertura, l’operatore rosso mira anche ad incrementare la capacità della rete.
Sempre Baggioni di Vodafone ha anche discusso sull’impatto per la salute del 5G in risposta a una domanda del moderatore Giovanni Iozzia, evidenziando come le frequenze utilizzate, diversamente da quanto talvolta riportato, sono tecnologie radio non dissimili, ma anzi “limitrofe e adiacenti” a quelle già usate per il 4G e studiate da almeno un ventennio dagli scienziati.
Discutendo sul loro impatto sui tessuti, Baggioni ha ricordato come i limiti italiani siano particolarmente bassi anche rispetto a quelli già conservativi del resto dei Paesi dell’Unione Europea.
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Scenari d’Uso abilitati dalla nuova tecnologia
Sempre Sabrina Baggioni di Vodafone ha poi fornito un esempio di una tipica giornata in una smart city connessa tramite le reti 5G.
Nelle città del futuro, su cui gli operatori hanno già avviato numerose sperimentazioni negli ultimi anni, sarà possibile sostenere un familiare malato tramite supporto da remoto e telemedicina, effettuare visite da remoto e in alta definizione con il personale medico e, in casi di emergenza, ottenere un trattamento rapido e preciso nelle ambulanze, tramite diversi dispositivi (come occhiali smart) che permettono al personale all’interno di confrontarsi da remoto con i diversi specialisti per poter immediatamente fornire la migliore assistenza prima ancora dell’arrivo al pronto soccorso.
Una città connessa permette però anche di evitare incidenti stradali tramite la connessione tra le diverse automobili o tra il singolo veicolo e gli strumenti smart sparsi per la città, come semafori o cartelloni pubblicitari, così da permettere, ad esempio, di evitare collisioni frontali tramite un avviso e un sistema di frenata automatizzata di emergenza.
Passeggiando per una città con smartphone o occhiali intelligenti sarà invece possibile vedere gli stessi luoghi cent’anni prima, tramite sovrapposizione delle immagini in tempo reale, sfruttando la realtà virtuale.
Marco Arioli di Fastweb ha invece aggiunto che quando si parla di cosa può fare il 5G non bisogna pensare al futuro lontano, perché molti degli esempi forniti sono già realtà tramite le sperimentazioni svolte, anche da Fastweb e TIM a Bari e a Matera, oltre che in altre città.
Sono state citate a tal proposito le sperimentazioni con l’Istituto Oncologico Giovanni Paolo II di Bari, per ospedalizzare a casa i pazienti ricoverati che necessitano di minori attenzioni, tramite sensori e strumentazione adeguata a garantire il monitoraggio di tutti i livelli e gli indicatori di salute e con connessioni rapide anche in videoconferenza con gli ospedali.
A Roma, invece, è stato sperimentato il trasporto pubblico in tecnologia 5G con sistemi e sensori IoT per il monitoraggio di tutta la componente meccanica e con strumenti di sorveglianza per incrementare la sicurezza.
Ivana Borrelli di TIM ha invece discusso delle possibili collaborazioni con le Pubbliche Amministrazioni, portando l’esempio concreto della Smart Control Room di Venezia, una dashboard che permette di monitorare informazioni di diversa natura legate alla vita cittadina, dal traffico alle situazioni di rischio, passando per l’illuminazione pubblica e i rifiuti.
La Smart Control Room, oltre a raccogliere i dati, permette anche di elaborarli per estrapolare da essi nuove politiche e scelte da parte della Pubblica Amministrazione a vantaggio di tutti i cittadini e dei turisti.
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