Articolo di Paolo Anastasio, Key4Biz
Inwit dichiara guerra alle fake news che rischiano di inquinare in modo assolutamente ingiustificato dal punto di vista scientifico la reputation del 5G. La società delle torri controllata da Tim e Vodafone inaugura un ciclo di webinar battezzato #TalkFor5G per diffondere consapevolezza sui vantaggi legati all’avvento del nuovo standard di comunicazioni elettroniche. Un’operazione all’insegna dell’education, avviata ieri con il primo webinar della della serie battezzato “Il valore del 5G, tra potenzialità e servizi. Il 5G tra paure, fake news e disinformazione: non sarà che manca l’informazione?”.
All’evento, moderato da Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni esterne e comunicazione INWIT hanno partecipato, fra gli altri: Giovanni Ferigo, Ad INWIT, Elena Previtera, Senior Partner Reply, Sabrina Baggioni, 5G Program Director Vodafone Italia, Michele Gamberini, Chief Technology & Information Officer Tim, Pierluigi Biondi Sindaco Comune L’Aquila, On Vincenza Bruno Bossio (PD), On Alessio Butti (Fdi), Marco Bussone Presidente UNCEM, On Massimiliano Capitanio (Lega), Prof. Antonio Capone Politecnico di Milano, On Luca Carabetta (M5S), Massimiliano Dona, Presidente Unione Nazionale Consumatori, Marco Gay Presidente Confindustria Piemonte, Giorgio Gori Sindaco Comune di Bergamo, On Raffaella Paita (Iv) Presidente IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, On Antonio Palmieri (FI).
Benefici
Giovanni Ferigo, amministratore delegato di Inwit, ha sottolineato l’importanza di indirizzare il discorso pubblico sul 5G nella giusta direzione, “rovesciando il paradigma comunicativo che ha diffuso false credenze” e fake news sul 5G. E’ ora di dire basta e di guardare ai benefici, ha detto Ferigo.
Basta diffidenza
La diffidenza è purtroppo tanta, e a maggior ragione sarà quindi necessario parlare con gli interlocutori in maniera informata e scientifica, siano essi cittadini o amministratori locali.
L’Aquila
E fra i benefici da mostrare pubblicamente ci sono certamente quelli delle varie sperimentazioni concluse nel nostro paese, come quella condotta all’Aquila, che ha messo al centro l’importanza di un centro di medie dimensioni come catalizzatore, anche grazie al 5G, di una vasta galassia di micro comuni abruzzesi, come sottolineato dal sindaco Pierluigi Biondi.
Ma è sempre il territorio alla fine che può dare le risposte migliori e più concrete contro i falsi miti delle fake news.
Bergamo
Un altro sindaco “virtuoso” è certamente Giorgio Gori, primo cittadino di Bergamo, fra i primi sostenitori del 5G e promotore della richiesta di rivedere al rialzo i limiti di emissione elettromagnetica. “Fare accettare ai 5 Stelle l’innalzamento dei limiti delle emissioni non è una passeggiata, ma è certamente una questione da porre”, ha detto Gori. Compito degli amministratori ad ogni modo è quello di “tirare dritto, senza cedere alle minoranze rumorose”, aggiunge Gori.
La politica
Enza Bruno Bossio, deputata del Pd segretaria della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, ha ricordato l’opera di formazione sul 5G condotta sul territorio da Anci e Uncem, fondamentale per diffondere fra sindaci e popolazione i benefici ancora troppo poco percepiti del 5G. Peraltro, nell’indice DESI sul 5G è messa bene, ma si rischia di perdere il vantaggio accumulato. E’ per questo che Lo Stato deve continuare a investire sul 5G, al di là delle sperimentazioni che sono ormai concluse. Ora “c’è la proposta del PNRR (con i 4,2 miliardi di euro del Recovery Plan destinati a banda larga, 5g e satellite ndr) e ci sono ancora cose poco chiare sui progetti. Il nostro ruolo sarà di chiedere al Mise e al Ministero dell’Innovazione i progetti. Dobbiamo inoltre supportare le tecnologie di prossimità del 5G per bloccare la paura dell’elettromagnetismo, delle antenne ecc. Ma la vera scommessa del recovery Plan è indicare la strategia di sviluppo del Paese nei prossimi 20 anni”, di cui il 5G sarà una pietra angolare.
Servono Use case replicabili
Ma il lavoro da fare è tanto, visto che “l’80% delle aziende italiane ancora non investe nel 5G perché non ne conosce gli utilizzi e i vantaggi”, ha detto Luca Carabetta (M5S), responsabile Innovazione del M5S. In Parlamento c’è una trasversalità su queste tematiche, “le aziende hanno bisogno di vedere degli use cases replicabili”, ma un tema che certamente andrà rilanciato secondo Carabetta è quello della leva fiscale. Replicando quanto già fatto in passato per promuovere il piano Industria 4.0.
Al netto delle semplificazioni per le posa degli impianti e delle antenne che già si sono viste nel DL Semplificazioni, con il PNRR al momento non si conoscono ancora nel dettaglio i progetti che saranno finanziati con i fondi europei. Di certo, il M5S spingerà su formazione, digitale e alcuni Veritcal dice Carabetta.
Priorità
La priorità assoluta, secondo Massimiliano Capitanio, deputato della Lega in Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, è “intervenire a livello locale con operazioni di formazione e informazione per far capire di cosa stiamo parlando. Attenzioni perché il rischio di proteste potrebbero aumentare”. Per Capitanio, la rai dovrebbe occuparsi quotidianamente di 5G, per spiegarne le potenzialità a partire dai 13 borghi del futuro.
Disseminazione
E se per Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia, la cosa più importante è rendere di dominio pubblico gli esiti di tutte le sperimentazioni fin qui condotte sul 5G, per Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte, è urgente “un confronto sulle nuove tecnologie. Il 5G non una semplice trasmissione del dato, ma tutto un mondo di nuovi servizi. Il 5G riguarda la competitività delle nostre imprese, ed è anche una soluzione fondamentale per superare i limiti orografici del nostro paese”.
Timori insensati
Sull’insensatezza dei timori per il 5G si sofferma il professor Antonio Capone del Politecnico di Milano, “avere paura del 5G è poco sensato, tutti i sistemi di comunicazione cellulare sono normati sul lato delle tower company e degli smartphone”. Inoltre, i limiti di emissione in Italia sono cento volte inferiori a quelli in vigore in paesi come Francia e Germania, il che secondo il professore fa lievitare i costi del 5g italiano di diversi miliardi.
E ancora:
5G contro il digital divide
Lo sviluppo del 5G sarà fondamentale anche per colmare il digital divide, sottolinea Marco Bussone, Presidente UNCEM, ricordando che questo aspetto è richiamato anche nel PNRR. Ma perché ciò avvenga, “è necessaria tanta informazione nei nostri 3.800 comuni montani – dice Bussone – Il 5G deve arrivare ovunque. Lo Stato deve intervenire nelle aree grigie, tanto più che noi abbiamo ancora diversi buchi di copertura anche sul 4G”.
Infine, i progetti, ricorda Bussone, si fanno sul territorio e lo stesso principio vale a maggior ragione per il PNNR dove a proposito di ospedali moderni e agricoltura digitale mancano ancora i dettagli dei progetti a livello locale.
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