Articolo di Redazione, Newsmondo
I dati DESI parlano chiaro: l’Italia deve puntare ancora di più sulla digitalizzazione. Il punteggio dell’analisi è sotto alla media europea, scopriamo il perché.
Dagli ultimi dati europei l’Italia non è ancora abbastanza smart, nonostante la pandemia da Coronavirus abbia reso ancora più chiara la necessità di essere connessi e rapidi. Un buon punteggio raggiunto per lo sviluppo del 5G non è abbastanza per tralasciare la carenza nella banda larga e ultralarga e nel capitale umano. Ma vediamo meglio su cosa si basa il DESI e quali sono i risultati per il Belpaese che, nonostante tutto, conta compagnie lungimiranti come Vodafone . Con le sue reti 4G, 4G+, 5G e in fibra ottica infatti la multinazionale raggiunge quasi il 100% del territorio italiano offrendo a famiglie e imprese una rete veloce e affidabile. Cos’è il DESI e cosa analizza Il DESI o Indice di digitalizzazione dell’economia e della società, valuta ogni anno il livello digitale di tutti i paesi europei per controllarne l’andamento e l’incremento e dare un parametro alla Commissione UE per valutare i progressi degli Stati membri.
Che cosa calcola? Molto semplice. Il DESI valuta e fotografa diversi aspetti come la connettività a banda larga, le competenze digitali, l’uso di internet all’interno dei confini dello Stato, la digitalizzazione delle imprese e la diffusione e l’utilizzo dei servizi pubblici digitali. I risultati dell’Italia nell’analisi 2020 Dopo la valutazione di tutti i parametri il DESI estrapola un punteggio per ogni Paese europeo. Per l’anno 2020 l’Italia ha ottenuto 43,6 punti: ancora troppo bassi rispetto alla media che si aggira sui 52,6. L’obiettivo è rafforzare le competenze della popolazione sul digitale e semplificare gli accessi a internet. Perché questo punteggio basso? Le motivazioni sono più di una: – Nonostante la diffusione del 5G sia a buon punto, infatti sono giù state assegnate gran parte dello spettro delle frequenze, la banda larga e la banda ultralarga sono ancora carenti sul territorio. La diffusione complessiva ad almeno 100 Mbps è infatti inferiore alla media europea e questo fa calare a picco il punteggio finale sulla connettività. Nella media dei Paesi UE internet a banda larga raggiunge il 78% delle famiglie e il 26% hanno accesso a reti che superano i 100 Mbps di velocità. In Italia invece la percentuale è molto inferiore. Solo il 61% delle famiglie sono coperte dalla banda larga e solo il 13% dalla banda ultralarga. – Ultima posizione per il capitale umano e sulle competenze digitali. Solo il 74% degli italiani usa la rete tutti i giorni e solo il 42% dell’intera popolazione può vantare competenze di base sull’utilizzo di internet, contro la media europea che supera la metà e si ferma al 58%. Le competenze digitali avanzate infine si trovano sul 22% degli italiani contro il 33% della media europea. – Bocciati anche per la percentuale della popolazione che utilizza internet. In Italia quasi 1 italiano su 5 (17%) non ha mai usato la rete mentre negli altri stati membri la media è del 9%. Per non parlare delle ricerche degli italiani: la rete viene usata per giocare, guardare video o ascoltare musica in streaming e per fare videochiamate mentre l’uso dell’internet banking e dello shopping online si attesta molto al di sotto della media generale.
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