Articolo di Rosanna Greco, Gente e Territorio
L’acronimo “5G” è utilizzato per indicare un insieme di tecnologie che costituiscono la quinta generazione nell’ambito della rete mobile. Le novità introdotte consentono un netto miglioramento prestazionale e comportano numerosi vantaggi significativi.
Costituiscono un’importante rivoluzione la “softwarizzazione” della rete e la considerazione di nuovi contesti di utilizzo e di nuovi utenti. Saranno infatti numerosi i benefici nell’ambito dell’IoT (Internet of things, ossia la comunicazione tra oggetti interconnessi), grazie ad un aumento dell’affidabilità della rete, della velocità e della densità e ad una diminuzione della latenza.
Per comprendere a pieno questo concetto, potrebbe essere utile considerare scenari affini alla guida autonoma, nei quali diviene molto importante l’affidabilità della rete, in quanto la perdita di un messaggio – che comunica, per esempio, che un’automobile si sta avvicinando – potrebbe portare a conseguenze disastrose.
L’infrastruttura 5G offre diverse applicazioni in campo medico, che consentiranno al paziente di recarsi presso i centri ospedalieri solo in caso di necessità, permettendo un controllo delle sue condizioni di salute da remoto mediante l’impiego di dispositivi intelligenti.
Grazie alla virtualizzazione, risulta possibile fornire a ciascuno scenario una rete virtuale, mediante uno slicing – ossia una suddivisione – della rete.
L’evoluzione che ha portato alla definizione del 5G è composta da vari step, il primo dei quali è rappresentato dalla prima generazione o 1G, introdotta verso la fine degli anni ’80 del secolo scorso ed impiegata nel periodo di diffusione dei primi telefoni portatili.
Risale invece agli anni ’90 l’esordio della tecnologia 2G, rivoluzionaria in quanto caratterizzata dal passaggio al digitale e dall’impiego della crittografia con lo scopo di garantire una maggiore sicurezza.
La terza generazione, presentata agli utenti nei primi anni 2000, ha consentito uno sviluppo dei servizi dati ed un consolidamento delle misure di sicurezza introdotte precedentemente.
Lo standard 4G, risalente al 2010 circa e caratterizzato da un approccio sistematico alla sicurezza, ha consentito invece agli utenti di avere un significativo incremento prestazionale nell’ambito della TV mobile ad alta definizione.
In seguito ad un significativo aumento della popolazione, si è presentata la necessità di accrescere la capacità e le prestazioni della rete, in modo da consentire a più utenti un buon impiego dei servizi offerti. Ciò è stato possibile anche grazie all’introduzione di servizi diversificati ed alla profilazione degli utenti. Essi sono infatti assegnati a diverse classi in base alle loro esigenze, in modo da garantire a ciascuno la QoE (quality of experience) desiderata.
Cosa si può dire delle frequenze usate e dei loro effetti sull’uomo?
Le frequenze utilizzate per garantire i servizi elencati non si differenziano in modo particolarmente significativo da quelle impiegate attualmente. Le tecnologie di quinta generazione sono caratterizzate dall’uso di tre bande di frequenza, due delle quali sono già adoperate per consentire il funzionamento delle tecnologie attuali. La terza banda di frequenza, costituita dalle mm-Waves, o onde millimetriche (26 GHz circa) è già stata invece adottata in precedenza per consentire la comunicazione con ponti radio e satelliti.
Al momento non vi sono risultati che dimostrino in modo lampante la nocività delle tecnologie impiegate. Inoltre, in Italia vi è una soglia molto restrittiva rispetto agli altri paesi. Si consideri che, negli Stati Uniti, è stata predisposta una soglia di 61 V/m, mentre nel nostro paese il massimo consentito è di circa 6 V/m. Ciò costituisce una precauzione ulteriore, che non grava sul funzionamento della struttura, ma comporta la necessità di aumentare il numero delle antenne presenti.
Avere un maggior numero di antenne rappresenta un ulteriore beneficio per diversi motivi, infatti non solo consente un aumento prestazionale della rete, come evidenziato dalla legge di Cooper, che descrive l’aumento progressivo della capacità delle reti radio in relazione al numero di celle in cui esse sono suddivise, ma riduce il livello di emissione delle antenne e dei cellulari.
Per comprendere questo concetto, si immagini di dover parlare con una persona molto distante e di essere costretti ad alzare il proprio tono di voce per essere uditi. Anche il nostro telefono è costretto ad aumentare il numero di emissioni per comunicare con un’antenna più lontana. Per questo motivo, quando ci si trova in zone con scarsa copertura, si rileva una durata minore della batteria del proprio dispositivo mobile. Inserendo un maggior numero di antenne, non solo i cellulari avrebbero una maggiore copertura, ma anche il livello di emissioni delle antenne sarebbe minore, in quanto il raggio di copertura di ciascuna di esse risulterebbe minore.
Con l’introduzione delle tecnologie di quinta generazione si è diffusa una vera e propria fobia dei campi elettromagnetici. Bisogna però considerare che ogni rivoluzione tecnologica è affiancata dalla nascita di una serie di preoccupazioni ad essa legate. Persino in seguito all’esordio dell’energia elettrica si diffusero una serie di timori. Risulta sempre opportuno svolgere ricerche mirate e verificarne la veridicità, in modo da non farsi fulminare dalla paura di essere folgorati!
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