Articolo di Gabriele Carrer, Formiche.net
L’ammiraglio Foggo, comandante della flotta Usa e Nato nel Mediterraneo, mette in guardia l’Europa, “nella morsa” di Russia e Cina. E avverte tutti (ma soprattutto l’Italia): “Occhio al cavallo di Troia 5G, ai porti e alla Via della Seta”
L’Europa chiusa in una morsa di due potenze che, con pedine d’ogni genere — militari, politiche, economiche, mediatiche —, cercano di conquistare spazio: una è un ritorno, la Russia; l’altra è una novità, la Cina, che “vuole attivamente sovvertire i capisaldi delle regole internazionali che hanno garantito la pace sin dalla fine del secondo conflitto mondiale”. È la geopolitica descritta dall’ammiraglio James G. Foggo III, comandante delle forze navali statunitensi in Europa e Africa e del comando Nato di Napoli, intervenuti nei giorni scorsi in teleconferenza per un incontro dell’International Institute of Strategic Studies. Il suo intervento è stato ripreso da Stars and Stripes, da Business Insider e oggi da Repubblica. “Questo scenario di guerra sempre meno fredda è the new normal, “la nuova normalità”, scrive il quotidiano diretto da Maurizio Molinari raccontando l’analisi dell’ammiraglio Foggo che ha come fulcro il Mediterraneo.
LA MINACCIA RUSSA
Nel Mediterraneo “le violazioni dello spazio aereo sono routine, le intercettazioni pericolose ormai sono una procedura standard per i caccia russi”, ha spiegato Foggo parlando da Napoli. Non solo in aria. Basti pensare alle unità subacquee della Russia di Vladimir Putin la cui espansione navale è iniziata con l’occupazione della Crimea, è proseguita con il ritorno in Siria per sostenere il dittatore Bashal Al Assad ed è culminata recentemente in Libia: “Vogliono farne una piazzaforte e stanno trasferendo forze significative. Questo ci mostra la necessità di mantenere una presenza vigile e molto forte nelle acque europee”, ha detto l’ammiraglio riportato da Repubblica.
L’AFRICA DIMENTICATA
L’Occidente ha trascurato l’Africa “a suo rischio e pericolo”, ha continuato l’ammiraglio sottolineando come questo abbia spalancato le porte del continente alla Cina. Il cui obiettivo però non è aiutare lo sviluppo africano bensì mettere le mani sulle infrastrutture strategiche, spesso utilizzate come laboratorio per nuove soluzioni. Foggo cita l’esempio di Gibuti, porta del Mar Rosso dove i cinesi hanno una base delle Forze armate e che “è solo l’avamposto di una serie di iniziative per trasformare Gibuti nel terminale della Via della Seta diretta in Africa”, scrive Repubblica aggiungendo che quello staterello è pure uno snodo dei cavi sottomarini che sono le arterie del mondo digitale: “Da quei cavi passa tutto, telefonate e traffico internet. Proteggerli è vitale e dobbiamo attrezzarci”, ha dichiarato Foggo.
LA DISINFORMAZIONE
L’ammiraglio evidenzia, come già fatto da diversi esperti in precedenza, come la Cina abbia adottato tattiche tipiche della Russia in tempo di Covid-19. Soprattutto le campagne di disinformazione. “Abbiamo visto una Russia più aggressiva conquistare illegalmente territori di Paesi sovrani, condurre operazioni informatiche contro molti Paesi, intromettersi nelle politiche interne all’Alleanza, militarizzare il Mar Baltico e il Mar Nero e ora l’Artico. Tutto, mentre minaccia di limitare l’accesso alla rotta del Mare del Nord”.
“Questo è ciò che la Cina ha fatto nel Pacifico e potrebbe voler fare in Europa e in Africa”, ha aggiunto Foggo riportato da Business Insider. “Direi che la Cina sta già facendo parte di questo in Africa ed è messa abbastanza bene per farlo in Europa”.
L’INVITO AL DIALOGO…
Dal Polo Nord al Sud Africa (93 nazioni e quasi un quarto della popolazione mondiale): in tutta l’area sotto la sua competenza, Foggo invita al dialogo con Russia e Cina per evitare che le tensioni degenerino. “Il suo discorso porta a due conclusioni strategiche”, nota Gianluca Di Feo su Repubblica. La prima è quella sostenuta dai vertici militari, ma non dalla Casa Bianca di Donald Trump: gli Stati Uniti devono difendere e rinforzare le alleanze dal Capo Nord a quello di Buona Speranza: “Non puoi creare la fiducia all’improvviso, la devi cementare nel tempo”.
… E GLI AVVERTIMENTI ALL’EUROPA
La seconda conclusione riguarda proprio i partner europei: “La Nato non può più ignorare le attività cinesi in Europa: iniziative come il 5G, il cavallo di Troia, l’acquisto di infrastrutture portuali e il piano della Via della Seta”. Un messaggio, commenta Di Feo in conclusione, “che riguarda molto direttamente l’Italia e la politica estera del governo Conte”.
Lasciando per una volta da parte il discorso del 5G, basti pensare a quanto raccontato negli scorsi giorni da Formiche.net: prima la visita dell’ambasciatore statunitense Lewis Eisenberg a Venezia e l’incontro con il presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino; poi la decisione del Pentagono di inserire nella sua black list venti aziende cinesi (per la prossimità con l’Esercito popolare di liberazione), diverse delle quali hanno rapporti con società italiane che si sono rafforzati dopo la firma, nel marzo del 2019, del Memorandum Italia-Cina sulla Via della Seta; infine, le richieste agli alleati di eliminare i sistemi di monitoraggio di persone e merci “made in China” presenti in porti, aeroporti e frontiere d’Europa (anche nel nostro Paese).
No comment yet, add your voice below!