Articolo di Paolo Anastasio, Key4Biz
Sabrina Baggioni, 5G Program Director di Vodafone Italia: “Alcune soluzioni si sono rivelate molto utili in questa fase di emergenza dovuta al coronavirus per supportare gli ospedali o gli hub Covid-19”.
Sfruttare le potenzialità del 5G per ripartire nella Fase 2 della lotta al virus, sempre più imminente, in vista dell’unlocking già predisposto a scaglioni in alcune regioni, e contribuire così alla ripartenza economica e sociale del Paese. Questo l’obiettivo di Vodafone Italia, che ha già sviluppato oltre quaranta nuove applicazione in 5G nell’ambito della sperimentazione promossa dal Mise a Milano e area metropolitana e che, prima in Italia, ha avviato il servizio commerciale sul mercato lo scorso giugno in 5 città (Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli). La compagnia guidata da Aldo Bisio è pronta per contribuire attivamente al rilancio del Paese, a partire dalle applicazioni 5G già attive a Milano in ambito sanitario durante l’emergenza e dai servizi essenziali di sicurezza che potranno agevolare la riapertura delle attività produttive e il progressivo ritorno alla normalità. Ne abbiamo parlato con Sabrina Baggioni, 5G Program Director di Vodafone Italia.
Key4biz. In che modo il 5G può contribuire alla Fase 2 e alla fine del lockdown?
Sabrina Baggioni. In primo luogo con le soluzioni di sanità che abbiamo già sperimentato a Milano, che vanno da progetti di monitoraggio da remoto di parametri vitali in continuità, con la necessità di un flusso dati molto elevato, e collegamenti video con il paziente in alta definizione, in modo che se qualcosa non va nei dati che stanno arrivando al medico è come se il medico potesse aprire la porta di casa del paziente e verificare il suo stato di salute, fino a soluzioni più evolute e avanzate come la chirurgia da remoto, dove un chirurgo che si trova da un’altra parte può intervenire a distanza. Noi lo abbiamo fatto a Milano lo scorso ottobre con un chirurgo che dal Vodafone Village in via Lorenteggio ha operato su tessuto non biologico all’Ospedale San Raffaele, che si trova a 15 chilometri di distanza, dove i robot rispondevano da remoto alle mani del chirurgo.
Key4biz. Ci sono delle soluzioni 5G in sanità che sono già state utilizzate in questa prima fase di emergenza virus?
Sabrina Baggioni. Alcune soluzioni si sono rivelate molto utili in questa fase di emergenza dovuta al coronavirus per supportare gli ospedali o gli hub Covid-19. Una di queste soluzioni è attiva presso l’Istituto Clinico Humanitas tra due sedi, quella di Rozzano e quella di Pio X, molto distanti l’una dall’altra, ed è stata realizzata per la radiologia nell’ambito della sperimentazione 5G insieme a Humanitas e Exprivia|Italtel. Immaginate di entrare in uno studio di radiologia per fare una risonanza magnetica. Il paziente “entra” nella macchina che, per mano del tecnico radiologo, comincia a fare la scansione. Una volta terminata, tramite invio su rete in fibra – perché si tratta di dati molto pesanti quelli delle immagini radiologiche – o tramite copia su dischetto, il tecnico radiologo mette a disposizione dei medici radiologi le immagini rilevate per l’analisi, consulto e diagnosi.
Key4biz. Cosa succede col 5G?
Sabrina Baggioni. Il 5G, grazie alla banda altissima e la latenza al millisecondo, consente al tecnico radiologo di condividere con il medico da remoto, in altra sede, sia l’impostazione dell’esame prima di iniziare e che le immagini scansionate durante l’esecuzione della risonanza magnetica, in modo da ottimizzare l’esame stesso ed evitare di doverlo eventualmente ripetere perché un taglio non è venuto bene o una zona non è chiara. È come se la risonanza venisse fatta a quattro mani. Ebbene, questa soluzione era operativa da novembre, in test nelle mani dei medici e tecnici radiologi. Quando è esplosa l’emergenza, la soluzione si è dimostrata molto utile per garantire continuità all’operatività della Radiologia per le risonanze: rendendo possibile l’esecuzione efficace e veloce, senza muovere i medici e con minimi spostamenti dei pazienti, ha dato una grossa mano in un momento tanto difficile pur non essendo un servizio diretto alla cura del paziente.
Key4biz. Ce ne sono altre di soluzioni di sanità già usate in ambito Covid-19?
Sabrina Baggioni. Un’altra soluzione testata durante la sperimentazione 5G che può essere d’aiuto è il monitoraggio del paziente da remoto, che sappiamo il 5G renderà molto più efficace grazie alla banda e al supporto di un elevato numero di oggetti connessi senza problemi capacitivi. Il 5G permetterà di ricevere questi dati in streaming, ossia in modo continuativo, di tradurre i dati in allarmi grazie all’Intelligenza Artificiale e di aprire un video in alta definizione verso il paziente se qualcosa non va. La raccolta dei dati nelle soluzioni che abbiamo testato avviene tramite device indossabili, detti wearable, che ove rilevino dati di efficienza respiratoria o cardiaca possono rivelarsi utili per gestire i pazienti in cura per Covid-19, consentono di tenerne sempre sotto controllo lo stato di salute e intercettando in tempo reale il momento in cui le condizioni si aggravano ed è necessario intervenire. Un altro grande vantaggio del 5G in ambito sanitario per le soluzioni che richiedono elevata banda e latenza al millisecondo è la velocità di installazione, importante dove non ci sono le condizioni o i tempi per interventi infrastrutturali fissi. Nell’ambito della sperimentazione 5G a Milano abbiamo testato queste soluzioni in 5G ma, con funzionalità parzialmente ridotte, possono andare in campo anche in 4G/LTE mantenendo il beneficio della velocità. A Milano l’Ospedale San Raffaele e l’Istituto Clinico Humanitas dispongono di copertura 5G, in specifiche aree, in quanto partner della sperimentazione.
Key4biz. Quali altri applicazioni 5G si possono immaginare in vista dell’unlocking e della Fase 2?
Sabrina Baggioni. Il 5G potrà dare una mano nella Fase 2, di pari passo con l’aumento della copertura. Non soltanto nell’unlocking dei siti produttivi e degli uffici, ma anche progressivamente del sistema educativo, delle scuole, del mondo dei media e dell’entertainment. Il 5G potrà ad esempio semplificare alcuni dei servizi che saranno importanti per la Fase 2 e la Fase 3 come la misurazione della temperatura incrociate con la localizzazione, soluzioni che in 5G consentiranno di rilevare immagini ad altissima risoluzione con un numero di oggetti connessi elevato sulla stessa area geografica. Ovviamente abbiamo identificato una serie di soluzioni disponibili anche in 4G.
Key4biz. Come procede lo sviluppo delle reti 5G da parte di Vodafone?
Sabrina Baggioni. Vodafone sta portando avanti lo sviluppo del 5G tramite la sperimentazione, che è ancora in atto, e il lancio commerciale, partito lo scorso giugno in cinque città: Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli. Nelle cinque città si può già provare la performance 5G: latenza al millisecondo e velocità di trasferimento dati molto alte che, con progressive ottimizzazioni e con tutte le frequenze acquisite in asta, raggiungerà velocità di 10 Gigabit al secondo ma che già oggi sono mediamente di 4-6 volte superiori alla performance media di fibra o 4G.
Key4biz. Cosa significa questo per i clienti?
Sabrina Baggioni. Velocità di gran lunga superiore e latenze di 3-4 volte inferiori a quella del 4G che si possono tradurre, ad esempio, in applicazioni grafiche molto più semplici e intuitive da fruire. Il 4G si attesta mediamente sui 30 millisecondi solo per la tratta radio mentre col 5G già da un anno e mezzo lavoriamo con 6-8 millisecondi di latenza. Una differenza sostanziale, chiaramente percepibile quando usi soluzioni che richiedono l’istantaneità, il tempo reale, come ad esempio video-interazioni, collaborazione su immagini pesanti, streaming in alta definizione e gaming in mobilità. Soluzioni in parte gia’ disponibili, altre in arrivo nel futuro prossimo.
Key4biz. E a livello di rete a che punto è Vodafone?
Sabrina Baggioni. L’altra cosa che abbiamo fatto nel corso degli ultimi 18 mesi è stato predisporre la nostra rete, che si chiama Giga Network non a caso: tutta la rete è stata potenziata e preparata per le performance che il 5G richiederà su tutta Italia con benefici che sono già percepibili dai nostri clienti anche su 4G.
Key4biz. La sperimentazione con il Mise è ancora in corso?
Sabrina Baggioni. Sì. La sperimentazione su Milano e area metropolitana è un progetto enorme, un grande laboratorio dove abbiamo collaborato con 38 partner industriali e istituzionali all’ideazione, sviluppo e realizzazione di 50 nuove soluzioni 5G (circa 10 in più rispetto a quelle previste inizialmente dal bando) in diversi ambiti: sanità e benessere, sicurezza e sorveglianza, smart energy e smart city, mobilità e trasporti, manifattura e industria 4.0, education e entertainment, digital divide. Questa sperimentazione col MiSE si chiude formalmente il 30 giugno 2020. In parallelo si sono aperti i cantieri, promossi dal MiSE ma anche da Regione Lombardia, per altre sperimentazioni. Quindi, in realtà il mondo delle sperimentazioni 5G non si ferma con il servizio commerciale, perché ancora molte cose che riguardano le potenzialità del 5G devono essere provate e messe in campo, fra cui anche elementi della tecnologia che non sono ancora stati standardizzati dagli organismi internazionali.
Key4biz. Di cosa si tratta?
Sabrina Baggioni. Si tratta ad esempio del network slicing, che sarà il modo per offrire sul 5G livelli di performance specifici per servizi “mission critical” o “business critical”, dove la performance end to end è fondamentale, in particolare per aziende e pubbliche amministrazioni. Il network slicing ci consentirà di garantire questo tipo di servizi, si pensi ad esempio alla mobilità connessa verso la guida autonoma. Lo standard per il network slicing non è ancora finalizzato e dunque su questo fronte vedremo ancora tanti flussi di sperimentazione, mentre in parallelo sempre più soluzioni 5G diventeranno realtà, aumenterà il numero di città coperte e assisteremo a un ampliamento del portafoglio di smartphone 5G nei negozi.
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