Connessioni di nuova generazione sempre più diffuse negli impianti sportivi che ospitano le gare del campionato di calcio di Serie A. Gli utenti hanno sfruttato il nuovo standard mobile per condividere foto e video, ma anche per guardare highlight e replay delle partite. L’analisi di Opensignal
La stagione 2021-2022 della Serie A di calcio è la prima in cui si può iniziare a testare come le nuove reti mobili 5G possano impattare sull’esperienza degli spettatori sugli spalti. E a questo tema Opensignal ha dedicato un’analisi che ha preso in esame le “mobile experience” offerta nei diciassette impianti che ospitano le 20 società della Serie A dai quattro principali operatori mobili nazionali. Il periodo di riferimento è quello che va dal primo settembre 2021 al 27 febbraio 2022.
La premessa da cui partono le considerazioni di Opensignal è che la stagione 2021-2022 è stata la prima, dopo i lockdown che hanno riguardato anche gli stadi per l’emergenza Covid-19, in cui il 5G è ampiamente disponibile negli stadi, con offerte messe in campo da tutti gli operatori mobili. Un banco di prova importante, si legge nello studio “Analyzing 5G mobile experience at Serie A stadiums in Italy”, realizzato da Francesco Rizzato, senior technical analyst in Opensignal, dal momento che la Serie A è uno dei campionati più seguiti al mondo in termini di media di spettatori, che nel 2018-2019 – l’ultima prima dell’emergenza Coronavirus – erano 25.237 per ogni match.
Le connessioni 5G, secondo i risultati dell’analisi, vengono utilizzate dagli spettatori allo stadio nel campionato 2021-2022, ancora soggetto a limitazioni per quanto riguarda la capienza degli impianti – per mantenere un maggiore distanziamento tra le persone – per condividere fotografie o clip video, per mandare in streaming momenti della loro esperienza sugli spalti o per guardare replay e highlights dei match.
Ma si tratta, sottolinea l’analisi, anche di banco di prova molto importante per gli operatori, che possono sperimentare il modo per offrire ai propri utenti la migliore mobile experience anche in un luogo molto affollato, dove tradizionalmente usare gli smartphone era molto difficile soltanto poco tempo fa.
Dalla ricerca emerge così che la migliore velocità di download in 5G è negli stadi italiani quella offerta da Tim, con 334 Mbps, quasi il doppio rispetto a Vodafone, che si ferma a 158,2 mbps. Poi Iliad con 83 Mbps e WindTre, con i suoi 64 Mbps. Tim ancora in testa anche per la velocità di upload, con 29,9 Mbps, mentre Vodafone si ferma a 18,2 e WindTre a 17,3. A chiudere la fila Iliad con 8,9 Mbps.
Va ancora a Tim la migliore “video experience 5G”, con un punteggio di 81,6 su 100, l’unica a essersi piazzata nell’area “eccellente”, quella di chi supera il punteggio di 75 su100. A seguire Iliad ha totalizzato un punteggio di 73,3, Vodafone di 70,8 e WindTre di 68,2.
Quanto all’esperienza nel gaming multiplayer, in testa alla classifica ci sono Tim e WindTre, rispettivamente con un punteggio di 77,4 e 74,4, seguite da Vodafone con 70,3 e Iliad con 67,5. Quanto ai servizi voce, non sono emerse differenze apprezzabili nell’offerta dei quattro operatori, che si sono tutte piazzate nel range di punteggio compreso tra 77,3 e 79,3.
Quanto infine alla disponibilità dei servizi 5G, la classifica cambia e vede in testa WindTre con una percentuale del 27,5%, seguita da Vodafone con il 26%: questo significa, spiega la ricerca, che gli abbonati di questi operatori hanno speso più di un quarto del loro tempo allo stadio con una connessione 5G attiva. Più basse le percentuali di Tim, che si ferma al 7,2%, e Iliad con il 5,6%.
Ma perché il 5G negli stadi è un indicatore importante per il successo del nuovo standard mobile? “Man mano che i tifosi torneranno negli stadi – spiega l’analisi di Opensignal – poter contare su una user experience forte sarà uno degli aspetti chiave per godersi al meglio lo spettacolo e condividere online le proprie esperienze con parenti e amici. Il 5G sta ormai diventando un servizio diffuso in tutta Italia, e può essere centrale per la crescita della domanda di traffico dati all’interno degli impianti sportivi”.
Articolo a cura di Antonello Salerno, CORCOM
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