È di recente pubblicazione la Relazione annuale del Copasir sull’attività svolta nel 2021. L’accento è sulla collaborazione istituzionale “costante e costruttiva” nell’affrontare le priorità per quel che riguarda la cyber security in Italia: 5G, cloud nazionale e rete unica. Ecco i punti salienti
La Relazione annuale del Copasir, Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, sull’attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022, è appena stata resa pubblica. Strutturata in 14 capitoli (oltre la premessa) e implementata con 12 allegati, è stata approvata nella seduta del 9 febbraio 2022 e trasmessa alle Presidenze il 10 febbraio 2022.
Per inquadrare i vari temi trattati, questi i capitoli della relazione:
- Le relazioni tematiche del Copasir
- La sicurezza nazionale è sempre più intelligence economica
- L’esercizio dei poteri speciali da parte del governo: evoluzione normativa, limiti applicativi e prospettive di revisione
- La costituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e la sicurezza cibernetica
- Le minacce di carattere interno
- Il disimpegno in Afghanistan, la reazione della Ue e della Nato
- La politica di potenza degli attori statuali nelle aree di interesse strategico dell’Italia
- Mediterraneo allargato, priorità nazionale
- La tutela degli asset strategici
- Le attività di controllo e di garanzia
- La desecretazione degli atti
- La disciplina in materia di segreto di Stato
- Indicazioni per la revisione della legge 124 del 2007
- Il rapporto di leale collaborazione tra il Comitato ed il Sistema di informazione per la sicurezza
Nella relazione si pone l’accento sulla collaborazione istituzionale “costante e costruttiva”, grazie alle relazioni tra il Comitato e il SIS, Sistema di informazione per la sicurezza, le fitte audizioni con tutti i ministri del CISR, Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, l’Autorità delegata e i direttori del DIS, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, AISE, Agenzia informazioni e sicurezza esterna, e AISI, Agenzia informazioni e sicurezza interna, e il direttore della nuova Agenzia della cybersicurezza, consentendo di sviluppare un’attività intensa e articolata, come quella che ha caratterizzato l’anno 2021.
5G, cloud nazionale e rete unica
Tra i focus del Copasir nel 2021 sicuramente c’è stata la tematica del 5G, della rete unica e del cloud nazionale.
Come si legge nella relazione, “Risulterà centrale per l’architettura di difesa il cloud nazionale, a protezione dei dati della Pubblica Amministrazione, anche di livello locale, nella consapevolezza che nell’interconnessione digitale l’Italia, grazie alla sua collocazione geopolitica, si presenta quale frontiera e cerniera tra il nostro Continente e gli altri”.
Il 95% delle PA italiane non possiede ancora gli strumenti necessari e adeguati a protezione dei propri dati: basti pensare agli attacchi subiti ad esempio dalla Regione Lazio o da ospedali, ASL, aziende strategiche, infrastrutture critiche in generale.
C’è bisogno, pertanto, di ricorrere alla tecnologia europea per la realizzazione di un Polo strategico nazionale, PSN, che ospiterà dati e servizi digitali strategici del Paese, assieme all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, così da garantire la massima tutela della sicurezza nazionale.
Altro tassello che contribuirà allo stesso scopo è la realizzazione di una rete unica a controllo pubblico, un’unica infrastruttura di rete controllata dallo Stato, su cui bisogna accelerare il passo per evitare che nel frattempo i diversi attori sul mercato vadano avanti con singoli progetti di rete a banda larga, che potrebbero intralciare il progetto di rete unica, appunto.
Tra i soggetti principali ricordiamo il Gruppo Telecom Italia Spa attualmente sotto il controllo della società francese Vivendi, che a sua volta controlla Telecom Italia Sparkle, proprietaria di una vasta rete di cavi marittimi, e Telsy, specializzata nel settore della sicurezza e cifratura delle comunicazioni. Da poco, poi, si è aggiunto anche il fondo americano KKR per l’acquisizione del 100% del controllo del Gruppo Telecom.
5G e telecomunicazioni rappresentano un significativo impatto su geopolitica, sicurezza e competizione nazionale, che ha ripercussioni anche sul nostro Paese, titolare di “una tradizionale capacità di ricerca e di applicazione nel campo aerospaziale”.
Pertanto, nella relazione, si sottolinea l’importanza di “preservare e valorizzare questo elemento di forza mediante un indirizzo politico e strategico chiaro e lungimirante ed un quadro definito di risorse finanziarie, tecnologiche e materiali”. Inoltre, saranno conferiti specifici poteri per le operazioni riguardanti le reti di telecomunicazione elettronica a banda larga con tecnologia 5G.
Golden Power e geopolitica della protezione
La situazione economica già fragile ha visto ripercussioni anche a seguito dell’esplosione della pandemia, con una riduzione generale della produttività e della competitività e una svalutazione degli asset industriali strategici, esposti sempre più alle mire straniere.
In maggiore pericolo le piccole multinazionali italiane che sviluppano intelligenza artificiale, robotica, packaging, macchine utensili, difesa e biotecnologie.
Da qui la necessità di una “geopolitica della protezione” e i cosiddetti poteri speciali o Golden Power, strumento giuridico, atto alla tutela degli interessi economici, finanziari, industriali e scientifici, a disposizione del Governo italiano.
Con questa disciplina, modificata durante la pandemia con il decreto liquidità dell’8 aprile 2020 e con il decreto-legge n. 228 del 2021 in materia di proroga dei termini, per accrescere il ruolo dei Servizi d’intelligence, il nostro Paese “costruisce la propria identità, presentando davanti al mondo globale le sue priorità”.
Per quanto riguarda i comparti di sicurezza e difesa, l’articolo 1 del decreto-legge n. 21 del 2012 stabilisce come requisito per l’esercizio dei poteri speciali “la sussistenza di una minaccia di grave pregiudizio per gli interessi essenziali della difesa e della sicurezza nazionale”.
Come si legge nella relazione del Copasir, “I poteri speciali, con riferimento a imprese che svolgono attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale, consentono al Governo di: esercitare il veto all’adozione di specifiche delibere dell’assemblea o degli organi di amministrazione; imporre specifiche condizioni nel caso di acquisto di partecipazioni.
Le condizioni fanno riferimento alla sicurezza di approvvigionamenti e informazioni, ai trasferimenti tecnologici e al controllo delle esportazioni; opporsi all’acquisto di partecipazioni da parte di un soggetto diverso dallo Stato italiano, enti pubblici italiani o soggetti da questi controllati, qualora l’acquirente venga a detenere un livello della partecipazione al capitale con diritto di voto in grado di compromettere nel caso specifico gli interessi della difesa e della sicurezza nazionale (articolo 1, comma 1, lettera c) del decreto-legge n. 21 del 2012).
Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 marzo 2014, n. 35 ha individuato le procedure per l’attivazione dei poteri speciali nei predetti settori. Con il decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2014, n. 108 è stato adottato il Regolamento per l’individuazione delle attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale”.
Articolo a cura di Marco Santarelli, CyberSecurity360
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