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Tlc, investimenti ai massimi in Europa. Ma non basta: il 5G segna il passo

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52,5 miliardi sul piatto, la copertura Ftth supera per la prima volta la soglia del 50%. La quinta generazione mobile raggiunge oltre il 60% dei cittadini ma gli abbonati sono appena il 7,4%. Il capex pro-capite si ferma a 96,3 euro contro i 191,5 degli Stati Uniti. Gropelli: “Usare bene i fondi del Recovery per portare le nuove reti a tutti gli europei. E bisogna abbattere la frammentazione”

La copertura Ftth in Europa ha superato per la prima volta la soglia del 50% e la copertura del 5G è raddoppiata in un anno, arrivando ad oltre il 60% dei cittadini. La realizzazione delle reti di nuova generazione sta marciando a ritmo sostenuto grazie agli investimenti degli operatori che hanno raggiunto il massimo storico in 4 anni a quota 52,5 miliardi. Ma non basta a tenere il passo con gli Stati Uniti e le economie più avanzate.

La fotografia scattata da Etno e Analysys Mason nel report “State of Digital Communications” ( SCARICA QUI IL REPORT) mostra un’Europa a doppia velocità. È il 5G a lasciare maggiormente a desiderare nonostante lo sprint. “L’investimento delle telco europee è ai suoi massimi da 4 anni, ma non basta a recuperare il divario globale su 5G e fibra. Mercati meno frammentati e un uso avveduto dei fondi del Recovery saranno passaggi chiave per portare davvero le nuove reti a tutti gli europei”, evidenzia Alessandro Gropelli, Vice-Direttore Generale di Etno.

Se è vero che la copertura 5G è salita notevolmente in un anno la quota degli abbonati ammonta ad appena il 7,4%. Stando alle stime si salirà al 18% quest’anno, ma siamo lontani dal livello degli altri Paesi anche in termini di copertura. Il 60% dell’Europa deve vedersela con il 93,1% negli Stati Uniti e il 93,9% in Corea del Sud. Risultato che si riflette nel Capex pro capite: 96,3 euro in Europa contro i 191,9 degli Stati Uniti e i 115,4 di Corea del Sud.

Troppa frammentazione: 38 gruppi con oltre 500mila abbonati

La posizione finanziaria delle telco europee è inoltre molto più debole rispetto a quella dei concorrenti globali e il mercato è troppo frammentato: l’Europa conta 38 gruppi di telecomunicazioni operativi con oltre 500.000 abbonati, rispetto a 7 negli Stati Uniti, 4 in Giappone e 3 in Corea del Sud. Anche sul fronte dei ricavi il raffronto è impietoso: nel 2020 il Mobile Average Revenue per User (Arpu) è stato di 14,4 euro in Europa rispetto a 37,9 euro negli Stati Uniti e i 25 euro in Corea del Sud.

Al netto delle eccezioni – evidenzia il report – il settore delle telecomunicazioni in Europa mostra un calo del rapporto Ev/Ebitda, un aumento del rapporto debito netto/Ebitda e una sottoperformance sostenuta sui mercati azionari.

Il traffico dati decolla, ma non come negli altri Paesi

Anche sul fronte della domanda siamo più deboli: l’utilizzo medio dei dati mobili nel 2020 in Europa è stato di 8,52 GB, rispetto a 10,62 GB negli Stati Uniti e 12,52 GB in Corea del Sud. Il traffico dati fisso ha registrato una forte crescita passando 191 GB/mese per connessione nel 2019 ai 293 GB/mese nel 2021 (+53% rispetto a pre-pandemia) e si prevede che raggiungerà i 454 GB/mese nel 2023. Il traffico dati mobile per connessione era di 4,5 GB/mese nel 2019, di 8,5 GB/mese nel 2021 (+90% rispetto a pre-Pandemia) e si prevede che raggiungerà 16,2 GB/mese nel 2023.

Edge cloud, Europa in pole

I dati del rapporto mostrano che le telco stanno investendo sempre più nell’innovazione delle reti e dei servizi. L‘Europa può contare 19 offerte di edge cloud lanciate nel 2021, rispetto alle 10 del Nord America e alle 25 dell’Asia-Pacifico. Anche la vendita di soluzioni di sicurezza da parte delle società di telecomunicazioni europee sta diventando tangibile, con i ricavi da sicurezza a quota 3 miliardi di euro nel 2021 che dovrebbero salire a 4 miliardi nel 2025 (Europa occidentale). Confermata anche la crescita dell’IoT, con connessioni IoT attive che dovrebbero raggiungere i 353 miliardi nel 2023, rispetto ai 180 miliardi del 2020.

Le telco sempre più green

In crescita anche gli sforzi per ridurre l’impatto ambientale: nel 2020, il 75,3% dell’energia totale utilizzata dai membri di Etno proveniva da fonti rinnovabili, rispetto al 60,4% del 2017. Allo stesso modo, le emissioni di CO2 in Europa sono state 2,77mila tonnellate, in calo rispetto a 4,67 nel 2017. Parallelamente, il rapporto rileva che le società di telecomunicazioni stanno collaborando con i vertical per consentire loro di ridurre drasticamente la propria impronta attraverso l’adozione di soluzioni digitali.

Articolo a cura di Mila Fiordalisi, CORCOM

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