Cosa ha detto su Pnrr e 5G Giovanni Ferigo, amministratore delegato di Inwit, la società delle torri partecipata indirettamente anche da Tim, in occasione del summit 5G Italy, organizzato da Cnit
“Fondamentale lo sviluppo delle reti 5G. Il Governo si sta muovendo sicuramente nella giusta direzione per raggiungere nei tempi previsti gli obiettivi sulla “Gigabit Society”.
Lo ha detto Giovanni Ferigo, amministratore delegato di Inwit, la società delle torri partecipata da Tim, in occasione del summit 5G Italy, organizzato da Cnit.
“Tuttavia, per continuare questo percorso e realizzare tutti i progetti sulle “Reti Ultraveloci” previsti dal Pnrr – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza -, si dovrà rafforzare il processo di semplificazione e velocizzazione delle procedure per l’attuazione dei progetti, superando gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato la capacità di spesa e la modernizzazione del Paese” ha precisato il numero uno di Inwit.
Ma non solo. Secondo Ferigo, per consentire la realizzazione veloce delle reti 5G, è indispensabile l’adeguamento dei limiti di emissioni elettromagnetiche agli standard europei.
Inoltre “nel Pnrr forse qualche risorsa andrebbe dedicato alle location chiuse, come università, stazioni, luoghi di lavoro” auspica il numero uno di Inwit. Ricordiamo che il Pnrr italiano destina 6,71 miliardi alle reti ultraveloci e 5G (di competenza del ministro per la Transizione digitale Vittorio Colao).
Tutti i dettagli.
Adeguamento dei limiti di emissione elettromagnetiche agli standard europei
“La semplificazione e lo snellimento delle procedure rappresenta solo un primo passo per sfruttare a pieno il potenziale delle reti di quinta generazione” ha evidenziato l’ad di Inwit. “Un altro elemento indispensabile per evitare ritardi nello sviluppo del 5G in Italia è l’adeguamento dei limiti di emissioni elettromagnetiche agli standard europei (i cd “limiti CEM”). Quelli italiani sono molto più stringenti rispetto a quelli vigenti negli altri Paesi dell’Ue (100 volte più bassi in termine di potenza)”.
Al momento in Italia i limiti sono a 6 volt per metro quadrato, soglia fissata ben 20 anni fa e 10 volte inferiore a quella applicata nei paesi dell’Unione europea, tra cui Germania, Francia e Spagna, con i quali il nostro paese è in competizione sul mercato globale delle esportazioni.
Negli ultimi tempi gli operatori telefonici esortano l’esecutivo a intervenire sulla revisione dei limiti di campo elettromagnetico.
Velocizzare la richiesta dei permessi
Inoltre, per il roll out del 5G l’Ad di Inwit ha detto che “ci sono degli ostacoli in merito alla velocità richiesta dai fondi stanziati; c’è stato un decreto di semplificazione a luglio ma di fatto non è stato adottato da nessuna città. Quindi arriviamo a 210 giorni di attesa” per avere un permesso per costruire una torre, 210 giorni cioè “un anno, mentre fra tre anni bisogna avere investito questi soldi per avere il 5G e quindi diventa un tema complicatissimo”.
Copertura capillare della rete mobile anche indoor
“Le reti di quinta generazione, secondo i dati del Desi Index 2021, hanno iniziato a coprire le prime zone abitate. Implementando una copertura capillare della rete mobile ultraveloce non soltanto in outdoor, con le torri di telecomunicazioni, ma anche all’interno dei luoghi di maggiore frequentazione pubblica con sistemi DAS (Distributed Antenna System) come abbiamo fatto alla nuvola di Fuksas per il G20 o small-cells come nel caso del comune di Sorrento, si può costruire un futuro sostenibile” ha spiegato Giovanni Ferigo.
Ferigo: “Dal Pnrr risorse anche per le location chiuse”
“Va considerato che un cliente 4G consuma già in media 10 Gbyte/mese e che addirittura l’80% dei dati mobili è originato da indoor. Con il 5G è ragionevole pensare che questi numeri aumenteranno esponenzialmente: più dati (in media 10 volte più del 4G), più veloci (circa 10 volte meno degli attuali) e moltissime connessioni”.
Proprio per il numero uno di Inwit ha auspicato che “nel Pnrr forse qualche risorsa andrebbe dedicato alle location chiuse, come università, stazioni, luoghi di lavoro”.
D’altronde la società delle torri si occupa di “infrastrutture sia con macrotorri ma anche con coperture indoor”. Per questo — ha spiegato l’ad Ferigo — operiamo attraverso Das (Distributed Antenna System n.d.r.) o small cell, piccole antenne che emettono pochissimi watt e si adattano a qualsiasi contesto”.
Cosa c’è scritto nel Pnrr
In effetti, nel Pnrr, “nella Missione 1 Componente 2: Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo” non si menziona la copertura indoor.
“In particolare, sono state stanziate risorse — si legge nel Pnrr — per:
- Portare la connettività a 1 Gbps (Piano “Italia a 1 Giga”) a circa 8,5 milioni di famiglie, imprese ed enti nelle aree grigie e nere NGA a fallimento di mercato, puntando alla piena neutralità tecnologica e facendo leva sulle migliori soluzioni tecnologiche disponibili, sia fissa che FWA. Nel piano sono ricomprese anche circa 450.000 unità immobiliari situate nelle aree remote (cosiddette case sparse), non ricomprese nei piani di intervento pubblici precedenti.
- Completare il Piano “Scuola connessa”, per assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps ai 9.000 edifici scolastici rimanenti (pari a circa il 20 per cento del totale).
- Assicurare connettività adeguata (da 1 Gbps fino a 10 Gbps simmetrici) agli oltre 12.000 punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale (Piano “Sanità connessa”).
- Dotare 18 isole minori di un backhauling sottomarino in fibra ottica (Piano “Collegamento isole minori”) per migliorare i collegamenti esistenti e rispondere alle crescenti esigenze di connettività BUL delle famiglie, imprese ed enti presenti.
- Incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G nelle aree mobili a fallimento di mercato (Piano “Italia 5G”), ovvero le zone dove sono state sviluppate solamente reti mobili 3G e non è pianificato lo sviluppo di reti 4G o 5G nei prossimi anni. Nel Piano sono inclusi interventi per accelerare la diffusione della copertura 5G lungo oltre 2.000 km di corridoi di trasporto europei e 10.000 km di strade extra-urbane, per abilitare lo sviluppo di servizi a supporto della sicurezza stradale, della mobilità, della logistica e del turismo”.
E sull’importanza delle location chiuse Ferigo sottolinea che “Noi ci crediamo molto, stiamo proponendo sul mercato varie soluzioni. Siamo pronti a cogliere le sfide che ci sono, la nostra missione e creare infrastrutture micro e macro per ospitare tutti gli operatori, mobili e fixed wireless access”.
I benefici del 5G sul PIL
Il numero di Inwit ha fatto presente che investendo nel 5G ne beneficerà anche il Pil.
“Da un’indagine di Analysys Mason, pubblicata a ottobre 2020 si stima che l’adozione di casi d’uso “full 5G” porterà benefici sul Pil europeo di circa 210 miliardi di euro e di oltre 14,2 miliardi di euro per l’Italia. I vantaggi riguarderanno tutti gli aspetti principali del vivere quotidiano: la penetrazione del 5G aprirà a grandi opportunità organizzative per imprese e pubbliche amministrazioni e permetterà di trasformare le città in smart cities dove servizi evoluti, innovazione e attenzione alle esigenze dei cittadini costituiranno gli assi portanti del nuovo sviluppo urbano” ha spiegato Ferigo.
Smart cities più sicure con il 5G secondo studio McKinsey
Inoltre, “Secondo lo studio del McKinsey Global Institute (MGI), con il 5G le Smart Cities saranno più sicure (-10% incidenti, -30% furti), più veloci (-45/65% del tempo in uffici pubblici), più green (-10/15% emissioni) e più sostenibili (+3% occupazione e minor costo della vita).”
Torri più sostenibili
E proprio sulla sostenibilità punta la società delle torri.
“L’impegno per la sostenibilità di Inwit è anche quello di rendere le torri sempre più sostenibili” ha evidenziato l’ad Giovanni Ferigo. “Un esempio per tutte la nostra recente realizzazione della prima torre per le telecomunicazioni mobili strutturata in legno lamellare, lungo l’autostrada A51 Tangenziale Est di Milano. La torre è costituita completamente da materiale sostenibile e circolare, essendo il legno una risorsa rinnovabile, in linea con le direttrici del nostro Piano di Sostenibilità 2021-2023”.
La partnership con Enel
Infine, “sempre in ottica di accelerare il percorso di crescita sostenibile del nostro Paese, abbiamo recentemente siglato la partnership con Enel Italia del nostro Paese. Questa importante partnership, della durata di tre anni, si pone l’obiettivo sfidante di abbattere le emissioni di CO2 e ottimizzare l’utilizzo delle risorse economiche, in linea con l’impegno delle due aziende a favore della sostenibilità” ha concluso l’ad di Inwit.
Articolo a cura di Chiara Rossi, Start Magazine
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