Skip to content

Banda ultralarga e 5G: l’Italia migliora, ma resta ancora molto da fare

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp

Gli indicatori del DESI mostrano pertanto un quadro digitale dell’Italia in continua evoluzione, in cui la crisi pandemica ha accentuato alcune criticità e mostrato la necessità di colmare al più presto ritardi digitali e tecnologici. Cosa è stato fatto e cosa resta da fare

L’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), pubblicato ogni anno dalla Commissione europea al fine di monitorare i progressi compiuti dagli Stati membri nel settore digitale, permette di avere chiara evidenza che, nonostante i trend in miglioramento degli ultimi mesi, in tema connettività l’Italia ha ancora molto lavoro da fare: l’impulso significativo frutto dell’attuazione della Strategia per la Banda Ultralarga e l’avvio di interventi come “Italia a 1 Giga” e “Italia 5G” deve progressivamente essere supportato da un attento lavoro di sensibilizzazione e accompagnamento alla trasformazione, da parte sia del Governo che delle imprese.

Connettività, com’è messa l’Italia

Ponendo proprio l’attenzione sulla componente connettività del DESI, nonostante l’incremento di copertura e diffusione delle reti ultra-broadband nel corso del 2020, l’Italia si attesta al 23° posto tra gli Stati membri dell’UE, scendendo di ben 4 posizioni rispetto alla classifica DESI dell’anno scorso. Nel 2020 la percentuale di famiglie coperte da rete fissa ad altissima capacità (FTTH, FTTB o cavo) era del 34%, un aumento di quattro punti percentuali rispetto al 2019, ma ancora notevolmente al di sotto della media UE del 59%. Il roll out della fibra è rallentato tra il 2019 e il 2020 e sono necessari ulteriori sforzi per aumentare la copertura delle reti ad altissima capacità.

In quanto alla copertura 5G invece, secondo il DESI l’8% delle zone abitate in Italia era coperto dal 5G a metà 2020, dato inferiore alla media UE del 14%. Tuttavia, è bene specificare che, a partire dalla seconda metà del 2020 e con l’inizio del 2021, il deployment della rete 5G in Italia ha avuto un’impennata vertiginosa, superando il 90% di copertura a settembre 2021, soprattutto grazie all’accelerazione impressa dagli operatori del settore e in particolare da quelli che hanno potuto sfruttare l’integrazione di asset già pronti per gli standard tecnologici richiesti. Quest’incremento porterà l’Italia nelle prime posizioni tra i paesi per copertura 5G, anche se nel frattempo in altri paesi gli operatori stanno proseguendo spediti con il roll out della rete 5G: per esempio in Germania entro la fine del 2021 Deutsche Telekom prevede di coprire in 5G il 90% della popolazione, mentre in Francia Free già a fine 2020 dichiarava di coprire in 5G il 70% della popolazione.

Gli indicatori del DESI mostrano pertanto un quadro digitale dell’Italia in continua evoluzione, in cui la crisi pandemica ha accentuato alcune criticità e mostrato la necessità di colmare al più presto ritardi digitali e tecnologici. La spinta alla digitalizzazione del nostro Paese è, non a caso, uno degli elementi cardine su cui si poggia l’insieme di riforme e investimenti previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Il piano italiano per la ripresa e la resilienza, il più ampio dell’UE, prevede un ammontare di risorse per il periodo 2021-2026 pari a circa 191,5 miliardi di euro. Il 21,04% di tale importo (circa 40,3 miliardi) è destinato alla transizione digitale.

In quanto alla copertura 5G invece, secondo il DESI l’8% delle zone abitate in Italia era coperto dal 5G a metà 2020, dato inferiore alla media UE del 14%. Tuttavia, è bene specificare che, a partire dalla seconda metà del 2020 e con l’inizio del 2021, il deployment della rete 5G in Italia ha avuto un’impennata vertiginosa, superando il 90% di copertura a settembre 2021, soprattutto grazie all’accelerazione impressa dagli operatori del settore e in particolare da quelli che hanno potuto sfruttare l’integrazione di asset già pronti per gli standard tecnologici richiesti. Quest’incremento porterà l’Italia nelle prime posizioni tra i paesi per copertura 5G, anche se nel frattempo in altri paesi gli operatori stanno proseguendo spediti con il roll out della rete 5G: per esempio in Germania entro la fine del 2021 Deutsche Telekom prevede di coprire in 5G il 90% della popolazione, mentre in Francia Free già a fine 2020 dichiarava di coprire in 5G il 70% della popolazione.

Gli indicatori del DESI mostrano pertanto un quadro digitale dell’Italia in continua evoluzione, in cui la crisi pandemica ha accentuato alcune criticità e mostrato la necessità di colmare al più presto ritardi digitali e tecnologici. La spinta alla digitalizzazione del nostro Paese è, non a caso, uno degli elementi cardine su cui si poggia l’insieme di riforme e investimenti previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Il piano italiano per la ripresa e la resilienza, il più ampio dell’UE, prevede un ammontare di risorse per il periodo 2021-2026 pari a circa 191,5 miliardi di euro. Il 21,04% di tale importo (circa 40,3 miliardi) è destinato alla transizione digitale.

Articolo a cura di Silvestro Demarinis e Irene Pipola, Agenda Digitale

Potrebbe interessarti anche...

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *