Articolo di Patrizia Licata, CorriereComunicazioni
Il commissario: “Il Recovery Plan è un’occasione per il rilancio ma non è una strategia sulla banda ultralarga”. E sulla società unica delle reti: “Il dibattito dovrebbe essere di politica industriale”
Per l’Italia e il governo “è l’ora di un nuovo Piano Bul, perché siamo fermi a quello del 2015, risorse comprese, e nel frattempo molto è cambiato”. Lo ha affermato Antonello Giacomelli, commissario Agcom: “Adesso è il momento di tirare le conclusioni e guardare avanti, capire come accelerare facendo leva sugli elementi che più hanno funzionato”.
C’è una risposta da dare sul modello per le aree grigie, ha detto Giacomelli; ci sono novità straordinarie come il 5G, dove “l’Italia è stata la prima sulla sperimentazione della rete legata al posizionamento dei servizi in collaborazione con università e imprese. Ora la strategia complessiva va tarata sul futuro. Il Recovery Plan è un’occasione come base di partenza, ma non è una strategia sulla banda ultralarga“.
Nel 2015 “l’obiettivo del Piano Bul era disancorare il Paese dal posizionamento sul rame”, ha proseguito Giacomelli; “oggi il passo è compiuto. Forse si può prevedere un futuro switch-off del rame, ma al momento serve completare il Bul altrimenti realizzare il 5G sarà complicato, perché ci vuole capillarità assoluta della rete a ultra-capacità”.
In Italia è anche in corso il dibattito sulla società unica delle reti e, ha commentato Giacomelli, “Per l’ennesima volta la discussione sulla rete è societaria e non industriale quando avremmo bisogno di una visione industriale complessiva”.
All’Italia serve anche dare “slancio all’implementazione”, avere “visione di sistema”: “Il presidente di Agcom Giacomo Lasorella ha impostato il ruolo dell’autorità proprio con la visione di inserirsi in un sistema istituzionale. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma governo e Parlamento svolgano fino in fondo il loro ruolo e traccino gli obiettivi che ciascuno deve perseguire, che siano istituzioni, mercato o altri stakeholder”. Si tratta di una “strategia del Paese, non di una maggioranza”, e, ha sottolineato Giacomelli, “le risorse devono essere reali. “Il piano Bul ebbe 5 miliardi, impiegati. Non basta dire risorse disponibili”.
Attenzione anche alla frammentazione di competenze e gruppi di lavoro sulle infrastrutture Tlc, ha messo in guardia il commissario Agcom. Che ha concluso: “Sono convinto che Mario Draghi abbia la forza per farci fare il salto di qualità, dando concretezza e visione unitaria ai piani per la ripresa e la digitalizzazione”.
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