Skip to content

5G, Sassano (FUB) ‘L’Italia ha bisogno di una politica nazionale sullo spettro’

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp

Articolo a cura di Paolo Anastasio, Key4biz

Antonio Sassano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni (FUB): ‘Il 5G è molto più di una nuova rete a banda ultralarga a bassa latenza. I Verticals richiedono un uso esclusivo di risorse dedicate dello spettro’

La crescita esponenziale degli oggetti connessi in ottica IoT e del traffico online impone scelte previdenti da parte del nostro paese. La fame di banda degli Italiani cresce a ritmi esponenziali, così come il numero di Sim non human. Ed è per questo che il nostro paese è chiamato a prendere delle decisioni strategiche importanti, per valorizzare e ottimizzare l’utilizzo dello spettro radio. Una risorsa scarsa ma fondamentale per rispondere alle rinnovate esigenze legate al prossimo avvento del 5G. Ne abbiamo parlato con Antonio Sassano, Presidente della Fondazione Ugo Bordoni (FUB) fra i massimi esperti di frequenze, come follow up di un recente evento I-Com.

Key4biz. Presidente Sassano, la domanda crescente di nuova capacità spettrale è legata al prossimo avvento del 5G. Cosa cambia nei fatti con questo nuovo standard di comunicazione?

Antonio Sassano. Il 5G è molto più che la semplice realizzazione di una nuova rete a banda ultralarga a bassa latenza. Con il 5G, si materializza finalmente la vera rivoluzione dell’IoT, l’Internet delle cose che di fatto rappresenta l’evoluzione del M2M. Sono 20 miliardi gli oggetti connessi a livello globale, in crescita esponenziale. In Italia, le Sim ‘non human’ sono aumentate del 34% nel 2020 secondo i dati dell’Osservatorio Agcom. Il trend è quindi segnato, Internet sarà sempre più L’Internet degli oggetti connessi.

Key4biz. Che risvolti avrà questa tendenza?

Antonio Sassano. Nasceranno diversi nuovi servizi abilitati da oggetti connessi “proprietari”. Alcuni esempi riguardano nuovi servizi nella Mobilità, nel Turismo grazie alla realtà aumentata. E ancora, nei Servizi Pubblici e nelle Smart Cities. Nel settore automobilistico, si svilupperà la Guida autonoma o assistita dei veicoli. L’Object Tracking sarà il cuore della Logistica all’interno di porti, distribuzione, consegne. Sensori e Attuatori saranno centrali nell’Agricoltura di precisione. Infine, sarà possibile il controllo capillare di Sistemi e infrastrutture di rete come ferrovie, energia, utilities.

Key4biz. Si tratta di una miriade di nuove reti di fatto autonome fra loro.

Antonio Sassano. Esattamente. Ogni Servizio abilitato da una rete di oggetti connessi è cruciale per fornire una Qualità del Servizio superiore agli utenti tramite sensori, edge-computing, cloud. Ogni servizio diviene una Rete-Servizio.

Key4biz. Queste nuove reti servizio hanno bisogno di molto spettro dedicato per funzionare?

Antonio Sassano. Le Reti Servizio richiedono molte connessioni wireless, ovvero hanno bisogno di molto spettro per funzionare. Gli oggetti connessi in rete sono miliardi ed è per questo che servono reti mobili e fisse capillari per garantire la connessione e le prestazioni necessarie a trasportare il traffico crescente creato. La Copertura universale diventa un requisito essenziale per garantire i nuovi servizi che nasceranno con il 5G. Si tratta fra gli altri di guida autonoma, e-health, logistica. Servizi che hanno bisogno di un enorme numero di trasmettitori per connettere migliaia di oggetti. E’ chiaro che per funzionare, l’IoT ha bisogno di ingenti investimenti da parte degli operatori, per la realizzazione delle nuove reti. E’ chiaro che a fronte di questi investimenti è necessario che vi sia un quadro di stabilità a lungo termine delle reti e delle assegnazioni esclusive di spettro.

Key4biz. In che modo dovrebbe cambiare la gestione dello spettro per promuovere queste reti-servizio?

Antonio Sassano. Ritengo, come ho già detto diverse volte, che a fianco delle classiche assegnazioni di frequenze agli operatori di reti nazionali sia necessario pensare anche ad assegnazioni locali di risorse spettrali, in aree limitate, destinate alle molteplici reti-servizio che potrebbero essere in concorrenza tra loro. Una concorrenza infrastrutturale locale di nuovo tipo. Luoghi tipici di questa nuova concorrenza saranno le fabbriche, i porti, le stazioni, gli ospedale e finanche la nostra casa con reti locali in concorrenza tra loro per gestire il nostro tempo libero.

Key4biz. Presidente, ritiene che siano necessarie nuove ed ulteriori risorse spettrali da dedicare alle reti-servizio 5G?

Antonio Sassano. Sì. Nuove bande per questi nuovi utilizzi potrebbero essere rinvenute sulla banda 3800-4200 Mhz, la stessa dove già l’Ofcom britannica prevede usi locali. Altre frequenze papabili per usi locali in Italia sono i 74 Mhz che fanno capo alla Difesa che si trovano in Banda 3400 – 3600, la banda gemella dei 3600-3800 Mhz già assegnati al 5G. E ancora, la Banda 26Ghz (2GHz disponibili), 28GHz, 40Ghz. E infine, la Banda 6Ghz: 5925-7125 Mhz sulla cui destinazione è in corso, con la rumorosa assenza di voci italiane, un grande dibattito su scala planetaria: dovrà trattarsi di una banda dedicata agli usi non-licenziati e la palestra della cognitive-radio (gli apparati che valutano da soli l’utilizzabilità dello spettro) o piuttosto ai classici usi licenziati ed esclusivi delle Telco. L’uso non-licenziato, come detto, sta prevalendo. Ma è una buona idea? Assicura sicurezza e controllo agli utilizzatori dello spettro? Non sarebbe piuttosto più adatto un uso licenziato e locale?

Key4biz. Come dovrebbe avvenire l’assegnazione di queste porzioni di spettro locale per le reti-servizio?

Antonio Sassano. Credo che la soluzione ideale dovrebbe essere quella di un mix efficiente e ragionato di assegnazioni locali nelle bande localmente occupate da incumbent storici come la Difesa e i ponti radio e invece alle telco in modalità “use or lease it” altrove. La modalità di assegnazione potrebbe ancora essere quella delle aste competitive ma basate non solo su offerte economiche ma anche su impegni sulla qualità del servizio e sulla copertura. Ovviamente impegni definiti in modo tecnicamente molto preciso e da monitorare e certificare per tutta la durata delle licenze. Insomma, il motto potrebbe essere meno incassi per lo Stato (dalle aste!) e più copertura e qualità del servizio.

Key4biz. Cosa ne pensa dell’ecosistema del 5G?

Antonio Sassano. L’Italia o, meglio, l’Europa con il contributo di idee dell’Italia deve prendere posizione e decidere se continuare a puntare su pochi grandi fornitori di attrezzature di rete rimanendo impigliata nelle “querelle” geo-politiche (USA-Cina ad esempio) oppure se sposare un approccio più aperto, basato sull’interoperabilità degli apparati e non sulle reti fornite “chiavi in mano”. Un ecosistema, come ad esempio Open RAN, che abbasserebbe la temperatura degli scontri sulla CyberSecurity e avrebbe anche l’effetto positivo di favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese nazionali. Una evoluzione che dovrebbe vedere il nostro Paese e le sue istituzioni in prima linea.

Key4biz. Qual è la situazione dello spettro 5G in Italia?

Antonio Sassano. Nell’asta 5G del 2018 sono state assegnate le frequenze pioniere in banda 700 Mhz, 3-6-3.8 Ghz e 26.5-27.5 Ghz a livello nazionale ad uso esclusivo per 6,5 miliardi di euro. L’uso delle frequenze WiMax in banda 3.4-3.6 Ghz sono state estese fino al 2029 nella Banda 3.4-3.6. I vincoli di copertura per gli operatori sono stati definiti dal Tavolo Mise/FUB/AGCOM/Operatori.

Key4biz. E’ prevista l’assegnazione di nuove bande di frequenza per il 5G ad uso locale?

Antonio Sassano. Diversamente da quanto già accaduto in Germania, Francia e Regno Unito, nel nostro paese non sono previste per ora assegnazioni di spettro locale. Non è nemmeno in corso alcun dibattito sull’eventuale ipotesi sul futuro delle bande 3.8-4.2 / 26Ghz / 6Ghz papabili a livello internazionale per l’uso locale del 5G. Manca infine una chiara presa di posizione su Open RAN, politica nazionale del Cloud visto che il progetto Gaia X è necessario ma non è sufficiente. Gaia X offre un ambiente flessibile e interoperabile per realizzare servizi “cloud” ma, per sua natura, non sceglie per noi il tipo di “cloud” che vogliamo sviluppare. Vogliamo un “cloud” centralizzato o distribuito? Questa è la vera questione strategica. Siamo inoltre in evidente ritardo nel “rollout” delle nuove reti 5G; continuiamo a svilupparle come se fossero reti 4G, dagli stessi siti e con prestazioni di poco superiori. Non è un caso che l’Italia, pur essendo partita con grande anticipo sulle sperimentazioni sia ora assente da tutte le classifiche delle migliori città e nazioni 5G. Dobbiamo essere coscienti del fatto che il principale parametro utilizzato per misurare lo sviluppo delle reti 5G sarà il miglioramento delle prestazioni rispetto a quelle delle reti 4G. Insomma, il vantaggio nel 5G acquisito con l’asta e certificato dal DESI si sta ormai assottigliando man mano che gli altri Paesi Europei effettuano le loro aste. Il nostro secondo posto nella “5G readiness” nel DESI alle spalle della Finlandia è già diventato un quarto posto nel 2020.

Key4biz. E’ per questo che il nostro paese dovrebbe pensare a nuove risorse spettrali ad uso locale?

Antonio Sassano. Sì. I Verticals richiedono un uso esclusivo di risorse dedicate dello spettro. Frequenze “ad hoc” per l’Industria dell’Automotive sono state richieste e assegnate in USA e Germania. E’ questo il trend del futuro, che riguarda anche altri mercati come l’Energia, le Smart-Grids  l’Automazione e la Manifattura (Industria 4.0). Le aziende hanno sempre più la necessità di gestire in autonomia i propri apparati e impianti di produzione. E soprattutto, le aziende, non soltanto le grandi imprese ma anche le Pmi, vogliono gestire in autonomia i loro dati. I dati sono il patrimonio più prezioso delle aziende ed è quindi naturale che le aziende vogliano disporre di frequenze proprie dove far circolare e proteggere un asset per loro vitale. Le nostre piccole e medie aziende sono soprattutto un patrimonio di idee, procedure e soluzioni. Rendere tutto questo “open” e accessibile non credo sia nell’interesse loro e nell’interesse nazionale.

Key4biz. Quali sono i soggetti potenzialmente interessati ad un uso locale delle frequenze?

Antonio Sassano. Nuovi operatori locali come ad esempio Porti, gestori di strade, enti gestori di Logistica, ospedali. Ma anche università, aziende di produzione, amministrazioni pubbliche sensibili alla tutela dei dati in Settori Strategici nelle Economie Nazionali. La cybersecurity è sempre più centrale nelle politiche degli Stati.

Key4biz. Ci può fare alcuni esempi di reti-servizio locali esistenti?

Antonio Sassano. In Germania il regolatore la BNeTz ha assegnato 100 Mhz di spettro locale riservato in banda 3.7-3.8 GHz. Nel Regno Unito, l’Ofcom ha avviato l’uso e il riuso secondario nelle aree locali in Banda 3.8-4.2 Ghz. Alcune aziende che si sono accaparrate licenze locali sono ad esempio la Bosch nella sua Giga-Factory di Dresda, o la coppia Nokia-Verizon per conto dell’Associated British Ports (Port of Southampton). Come si vede, qualunque sia il nostro giudizio sullo sviluppo delle reti-servizio locali, si tratta di un tendenza che sembra acquistare forza e trazione in tutto il mondo. L’idea che uno degli “incumbent” del mercato americano venga in Europa a comportarsi da “new entrant” in questo mercato in espansione dovrebbe far riflettere coloro che pianificano la nostra politica industriale.

Potrebbe interessarti anche...

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *