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Contro stop al 5G del sindaco di Grosseto gli Amici della Terra fanno ricorso al Tar

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Articolo di Toscana Chianti Ambiente

L’ordinanza dello scorso aprile secondo la Onlus “lede i diritti dei cittadini, le legittime decisioni dello Stato Italiano, ferma il cammino verso una società più verde e sostenibile”.

GROSSETO – Sulla tecnologia 5G non si riesce a intravedere una via di mezzo tra entusiasti e contrari; tra chi la considera un pilastro della Green economy che ci cambierà la vita (in meglio) e chi una minaccia per la salute e per l’ambiente.

Ad aprile di quest’anno il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha firmato un’ordinanza che vieta la sperimentazione e l’installazione di impianti con tecnologia 5G sul territorio comunale, sulla scia di quello che hanno fatto e stanno facendo decine di suoi colleghi in tutta Italia.
“Un atto a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente – aveva detto il sindaco – che fa riferimento al principio di precauzione, articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea per l’approccio alla gestione del rischio: se vi è la possibilità che un’azione possa danneggiare persone o ambiente, e se non vi è consenso scientifico, tale politica non dev’essere perseguita”.

E adesso il colpo di scena: gli ‘Amici della Terra’ della Toscana hanno presentato ricorso al TAR contro l’ordinanza in questione che, si legge in una nota della Onlus, “lede i diritti dei cittadini, le legittime decisioni dello Stato Italiano, ferma il cammino verso una società più verde e sostenibile”.

Nel seguito del comunicato vengono poi spiegate punto per punto le ragioni che hanno spinto la Onlus a rivolgersi alla giustizia amministrativa:

  1. Come spesso accade in Italia un potere locale si oppone, in maniera impropria, a decisioni europee e nazionali che hanno un lungo iter e motivazioni di ordine strategico. Lo Stato italiano, in un quadro di scelte politiche europee, dopo tutte le verifiche ambientali e sanitarie oggi possibili (ricordiamo che i limiti sulle emissioni elettromagnetiche in Italia sono i più bassi del mondo) ha investito le sue energie e le sue risorse sullo sviluppo della rete informatica, tra l’altro ricevendo 6,5 miliardi dalla concessione delle frequenze. Il Sindaco di Grosseto in maniera del tutto estemporanea pensa di avere il diritto e le conoscenze necessarie per bloccare un investimento strutturale di enorme portata, verificato dalle massime organizzazioni sanitarie, come l’Istituto Superiore di Sanità: noi riteniamo che così non sia.
  2. I diritti dei cittadini di Grosseto vengono lesi da questa ordinanza, su tutti i piani: economico (tutte le attività si servono in maniera crescente della rete), sanitario (il 5G consentirà persino le diagnosi mediche a distanza il che, specie su un territorio vasto come quello di Grosseto, ha grandissima importanza), delle comunicazioni.
  3. Il 5G avrà un impatto straordinariamente positivo sulla Green Economy e ne rappresenta un sostegno fondamentale: abbiamo visto durante l’emergenza COVID come la rete (quando è efficiente) consenta il lavoro da casa, abbattendo la necessità di servirsi dell’automobile; sarà più semplice ricevere certificati di enti pubblici, ricette, persino la spesa. Smart Home, Smart City e Smart Grid saranno realtà concrete nelle quali vivremo, dove anche i consumi e l’energia saranno ottimizzati grazie allo sviluppo delle reti necessarie all’loT (Internet of Things), e questo avrà impatti positivi anche per l’ambiente.

Da parte sua il sindaco di Grosseto, prima di prendere la sua decisione, aveva valutato anche le richieste di cautela di diverse associazioni, come ‘Atto primo: salute, ambiente e cultura’, l’associazione A.m.i.c.a e il Coordinamento nazionale nuove antenne. L’attacco all’ordinanza arriva da una direzione inaspettata. Per sapere come andrà a finire non rimane che aspettare il pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale.

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