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5G: che cos’è, è davvero rischioso per la salute?

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Articolo di Luca Pierattini, GQ

Il 5G continua ad essere il bersaglio preferito per le fake news sui presunti rischi dovuti alla salute. Se in Italia diversi comitati si sono mossi lo scorso anno per bloccare la fase di test propedeutica all’accensione delle antenne prevista entro la fine del 2020, in Gran Bretagna il livello di scontro si è alzato notevolmente in contemporanea alla diffusione dell’emergenza coronavirus, dopo che alcuni video online – rimossi da YouTube – sostenevano un collegamento tra il Covid-19 e le antenne 5G. Un nesso completamente inventato ma che ha convinto molti britannici ad agire danneggiando diverse antenne di telefonia mobile nell’area di Birminghan e nel Merseyside, rischiando così di tagliare fuori la zona dalla connettività cellulare. Cosa c’è di vero? Assolutamente nulla che sia stato provato scientificamente, ma vale la pena fermarsi un momento e provare a rispondere alle domande più comuni sul tema 5G per cercare di chiarire la situazione.

Cosa è il 5G?
Si tratta di una rete di nuova generazione che si muove sulle frequenze lasciate libere dal digitale terrestre e comporta un cambio di passo notevole a livello tecnologico, non solo in termini di velocità – arriveremo ad andare 20 volte più veloci della connessione LTE di oggi – ma soprattutto di efficienza. Paradossalmente, la velocità massima a tua disposizione è la novità minore, messa a confronto con un’ampiezza di banda mille volte più grande, meno latenza e la possibilità di connettere fino a 1 milione di oggetti per chilometro quadrato. Questo ti consente di arrivare a velocità fino a 10 Gbps, ma soprattutto permette di mettere in Rete un’enorme quantità di dispositivi, finora impensabili.

Cosa potremo fare in concreto?
Con il 5G puoi scaricare una intera stagione di una serie TV in due minuti, usare applicazioni di realtà aumentata e virtuale in streaming durante una visita al Colosseo o, più semplicemente, guardarti un film in 8K sulla smart TV di casa senza patire con la connessione. Ma soprattutto darà il via libera ufficiale alla smart home per come ce l’ha raccontata il marketing nel corso degli ultimi anni: tutto sarà interconnesso e veloce, aiutandoti nelle faccende di casa o nel rifornimento della dispensa in cucina.

Ci sono rischi per la salute dovuti al 5G?
La madre di tutte le accuse da parte dei no-5G è la pericolosa escalation di radiazioni cellulari: in parole povere, siccome servono più antenne per il nuovo standard e una frequenza decisamente più alta (si parla di un passaggio da 5GHz a un massimo di 90GHz) per garantire il passaggio di più dati ad una velocità superiore, il rischio è l’aumento delle radiazioni con effetti dannosi sugli esseri umani come l’invecchiamento precoce, malattie al sistema neurologico e soprattutto il cancro. Ora, viene accusato anche di favorire il terreno per lo sviluppo del Covid-19.

Cosa c’è di vero?
Come tutte le teorie complottiste, è soltanto una parte della verità. È chiaro che l’esposizione continua a questo genere di radiazioni può essere nociva ma esistono dei limiti di legge chiari da rispettare che tutelano la salute pubblica. In più il 5G utilizza le stesse frequenze del vecchio digitale terrestre che non hanno dato problemi negli ultimi anni.

Esistono studi scientifici su questo?
Tanti, molti anche usciti recentemente, e nessuno dimostra il collegamento tra il 5G e i rischi denunciati per la salute. L’INCNRIP (International commission on non‐ionizing radiation protection) ha rivisto dopo 20 anni le linee guida per la protezione degli esseri umani dai campi elettromagnetici a radio frequenza. Piccoli cambiamenti ma stessa sostanza: se si seguono le direttive già approvate dai governi non ci sono pericoli.

L’OMS non ha dichiarato gli smartphone cancerogeni?
No, l’OMS ha inserito i campi elettromagnetici a radiofrequenza – ossia quelli trasmessi dagli smartphone – tra le possibile cause di cancro per gli esseri umani. È bene sottolineare come in questa stessa lista di sostanze cancerogene sia presente anche la caffeina, la carne rossa e il nichel. Il problema sta nelle dosi: l’OMS ha inserito le radio-frequenze perché a livelli altissimi sarebbero nocive, ma questo non significa che entro i valori di legge gli smartphone siano cancerogeni.

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