Articolo di Antonio Piemontese, Wired.it
Un nuovo sistema di modem e una tecnologia filtro per le frequenze radio tra le innovazioni del gruppo americano per le reti di quinta generazione
Il 2020 sarà l’anno del 5G. La tecnologia arrivata a maturazione nei laboratori sarebbe finalmente sul punto di raggiungere la massa, secondo le aziende di settore. Negli ultimi 12-18 mesi si è creato un ecosistema importante a livello mondiale con 275 nuovi dispositivi annunciati o in fase di sviluppo. Gli smartphone la fanno da padrone, ma non solo: ci sono anche i pc, le auto, i robot, il mondo industriale. Una serie di applicazioni che porterà domotica e internet delle cose nelle abitazioni.
Oltre 45 operatori di telefonia hanno già lanciato il 5G nel mondo, e altri 115 stanno investendo. Entro il 2025 si aspettano un mercato monstre da 2,8 miliardi di utenti. Anche in Italia hanno preso avvio le sperimentazioni che condurranno la tecnologia a regime.
La killer application del 5G? La copertura
Perché la killer application del 5G sarà la copertura, assieme alla effetttiva velocità di navigazione. Oggi gli operatori di telefonia hanno annunciato il 5G, e i nuovi dispositivi sono già disponibili in commercio: ma, al di là della pubblicità, il rischio è di vedere comparire l’icona sul telefonino senza poi poter godere effettivamente dell’esperienza, dato che l’adeguamento delle reti richiede tempo e investimenti. Tra le città all’avanguardia in cui le sperimentazioni sono già partite ci sono i maggiori centri economici: Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, anche se il nostro paese – secondo uno studio di Open Signal – è agli ultimi posti tra quelli avanzati per velocità. Siamo in buona compagnia: nelle retrovie ci sono anche Germania e Regno Unito. La classifica è vinta dagli Stati Uniti.
Le possibilità offerte dalla tecnologia sono, quindi, invitanti, ma per ora restano sulla carta. La velocità potrebbe arrivare fino a dieci volte quella del 4G (significa poter scaricare album qualità cd in 20 secondi); ma al momento solo una minima parte di questa sbalorditiva potenza è disponibile. Basterà per convincere i consumatori a passare ai costosi dispositivi (e abbonamenti) 5G?
Le novità di Qualcomm
Questa è la scommessa dei chipmaker. Il Mobile Word Congress di Barcellona avrebbe dovuto essere l’occasione per fare il punto della situazione, ma, come si sa, è stato annullato a causa dell’allerta legata al coronavirus. Gli annunci però sono arrivati lo stesso. Ha cominciato Qualcomm, gigante del settore, che ha presentato la terza generazione del sistema di modem Rf 5G Snapdragon X60 sviluppato per potenziare le performance e la capacità degli operatori incrementando contestualmente la velocità media del 5G sui dispositivi mobili. Snapdragon X60, spiega l’azienda, è progettato per accelerare la transizione della rete verso la modalità 5G standalone grazie al supporto di qualsiasi altra banda di spettro, modalità o combinazione, insieme alle capacità 5G Voice-over-NR (VoNR).
“Grazie al lancio delle reti 5G standalone che avverranno nel corso 2020, la nostra piattaforma sarà in grado di offrire capacità di aggregazione di spettro e opzioni per alimentare la rapida espansione dei rollout del 5G potenziando la copertura, l’efficienza energetica e le performance dei device mobili”, ha spiegato Cristiano Amon, presidente della società americana.
L’azienda ha, inoltre, annunciato anche l’innovativa tecnologia filtro Qualcomm ultraSaw Rf per i device mobili 5G/4G. Secondo i dirigenti, migliorerà in maniera significativa le performance della frequenza-radio nelle bande fino a 2.7 GHz, con costi minori rispetto al passato. La partita, come detto sopra, si giocherà sulle reti e sulla riduzione dei costi, senza trascurare il tema della regolamentazione nazionale legata alle emissioni. La corsa al futuro è appena cominciata.
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